Parleremo di questa chiesa a Radio 51 con l'ingegnere Marie Fiocco di Rezzato, venerdì alle 8 e alle 12.30. Anche sul canale 636 del digitale terrestre e attraverso www.51news.it.

Prendono il via i lavori per la messa in sicurezza dell’interno della prima cupola d’ingresso del Santuario di Santa Maria dei Miracoli, frutto della convenzione sottoscritta tra il Comune di Brescia, proprietario dell’immobile, e la Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso.

Quest’ultima si è impegnata a realizzare un intervento di carattere conservativo della prima cupola, mettendo in sicurezza le decorazioni della stessa che sono tutt’ora causa del transennamento della parte di pavimentazione sottostante, in quanto l’area è ritenuta a rischio per via di un elemento lapideo staccatosi anni fa. L’intervento, che sarà realizzato da Studio Architettura di Dallamano (Tresanda San Nicola 25 – Brescia), è stato inserito tra i progetti di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di proprietà comunale di “Art Bonus”, l’iniziativa che prevede un regime fiscale agevolato temporaneo per le erogazioni liberali a sostegno della cultura.

Nel 2019 è stato eseguito un rilievo laser-scanner attraverso l’utilizzo di un drone rilevatore da parte dello Studio Tracciatori di Andrea Bersini & C Sas.

Restauri

L’intervento avrà una durata di 60 giorni lavorativi. Sarà realizzato un ponteggio con tubolari metallici, compresi i pianali in legno o metallo, in grado di sopportare il carico delle macchine operatrici e dei materiali e comunque di consentire l’installazione di macchinari idonei al sollevamento di materiali in assenza di gru a qualunque altezza.

Saranno restaurati gli elementi lapidei e gli stucchi attraverso la rimozione dei depositi carboniosi presenti sulle superfici in pietra (croste nere, strati di tinte o residui di sostanze utilizzate per la manutenzione e di altre sostanze estranee di natura sia organica che inorganica).

 

Saranno eliminati gli strati di vernici o oli tramite miscele solventi opportunamente testate. Si procederà anche alla rimozione dei residui di sporco più tenaci mediante bisturi e micro frese munite di spazzolini di varia forma e durezza. Saranno rimosse le stuccature estranee e non idonee che saranno integrate con altre più idonee per composizione chimica e per aspetto,

 

Sarà verificato e ristabilito il fissaggio tra i supporti e le lastre di pietra e sarà effettuato il consolidamento delle statue degli angeli, dei santi e dei relativi oggetti e delle porzioni dissestate utilizzando infiltrazioni di malte idrauliche premiscelate per restauro.

Saranno inoltre estratti i sali solubili affiorati nel tempo e saranno sigillate le barriere protettive (serramenti, copertura tetto, scossaline, converse), inj modo da risolvere in maniera definitiva le cause delle infiltrazioni d’acqua.

Saranno stuccate fessurazioni, fratturazioni e lacune di superficie mediante malte idonee per colorazione con granulometria a base di polvere di pietra di colore identico all’originale.

 

Cenni storici

 

In occasione dell'ultima guerra il Santuario fu pesantemente danneggiato dal bombardamento del 2 marzo 1943, ad eccezione della facciata e della porzione centro-nordovest dell'edificio, che riuscì a preservarsi integra, seppur con qualche modesta perdita.

 

Al contrario, le ali della facciata, in particolare quella meridionale, ne uscirono assai più seriamente danneggiate.

 

Nell'interno si conservò l'organo del più antico tiburio incombente sulla facciata, così come qualche pilastro ed alcune colonne scolpite, sorreggenti ancora archi minori ed una parte dei relativi architravi.

 

Riuscì preservata, ma solo in parte, la nicchia absidale, mentre crollarono le vòlte, il tiburio maggiore e le cupolette esistenti su parte delle navatelle laterali.

 

Il progetto dei lavori di ripristino del Santuario venne approvato nel 1947, per competenza della Soprintendenza ai Monumenti che dal febbraio all'agosto 1948 provvide direttamente. Con speciali stanziamenti ministeriali, alla ricostruzione di alcune volte, dei muri laterali e di due pilastri centrali. I lavori di fatto, a causa di successive interruzioni e riprese, durarono una quindicina d'anni a causa della

 

mancanza di risorse economiche per sostenere gli interventi di riparazione, che vennero quindi eseguiti

 

con criteri dell'economicità reimpiegando anche materiali da costruzione trovati in loco.

 

Prima dei lavori condotti nel periodo 2008 – 2010, l’edificio presentava in generale una condizione di notevole degrado, imputabile principalmente al pessimo stato di conservazione del sistema di copertura, con conseguenti danni alla struttura interna, evidenziati da vistose cadute della finitura, dell’intonaco e dello stucco, oltre alla fuoriuscita dei sali.

 

Gli interventi hanno riguardato principalmente il rifacimento di tutto il sistema delle coperture, la sostituzione dei serramenti con telai leggeri ed interventi agli intonaci e all’apparato decorativo in pietra limitatamente alle superfici esterne dei corpi emergenti, quali tamburi, lanterne e torre campanaria.

 

I lavori eseguiti nel mese di ottobre dell’anno 2013, in occasione della riapertura del Santuario, hanno

 

riguardato la pulitura superficiale leggera complessiva dell’apparato decorativo interno, costituito da

 

stucchi, elementi lapidei, intonaci e pavimentazione, conservati dopo il bombardamento del 1945.

 

L’edificio si presenta come un vano quasi perfettamente  quadrato, suddiviso in nove vani di cui il primo spazio è individuato dalla cupola rasente la facciata. A questi vani, che formano un quadrato, si devono aggiungere il presbiterio (che ha le stesse dimensioni delle due cupole maggiori) e il coro (uguale alla metà della cupola maggiore), piuttosto angusto, con cinque lati tutti uguali tra loro.

 

Le due cupole hanno quasi le stesse dimensioni; hanno pure le stesse dimensioni anche i primi due spazi a destra e a sinistra delle cupole stesse; sono rettangolari con il lato maggiore parallelo alla navata; il settore centrale, circondato dalle tre cupole, è un rettangolo con il lato maggiore ortogonale all'asse della navata centrale; questi cinque vani sono voltati a botte. Le due loggette sono due quadrati d'uguali dimensioni e sono coperti da cupole; il presbiterio è voltato a botte.

 

Secondo la proposta progettuale autorizzata dalla Soprintendenza, i lavori nell’interno hanno riguardato la pulitura delle superfici interne a secco con pennelli e aspirapolvere; la raschiatura e carteggiatura parziale delle vecchie vernici in fase di distacco; - la pulitura ordinaria del pavimento in marmo; la verifica e documentazione delle superfici a stucco in fase di distacco, procedendo a transennamento delle zone a rischio di caduta per l’incolumità dei frequentatori.

 

In occasione dei lavori è stato possibile procedere quindi anche all’esecuzione di una ricognizione della maggior parte delle aree degradate, raggiungibili con un trabattello per un’altezza massima da terra di sette metri e con un mezzo elevatore fino alla quota di dieci metri e mezzo. L’indagine è stata corredata di documentazione fotografica e mappatura, finalizzata alla redazione di un futuro progetto di restauro consapevole.

 

Dati i tempi brevi dedicati all’intervento e ad una disponibilità economica limitata, non è stato possibile in tale occasione effettuare delle verifiche puntuali sull’apparato decorativo collocato nelle parti alte, soprattutto delle cupole poste sull’asse dell’ingresso (altezza interna 20 metri), che avrebbero richiesto il montaggio di un ponteggio.

 

Il problema maggiore è rappresentato dalla prima cupola vicina all’ingresso, contraddistinta dal ricco

 

apparato decorativo di riconosciuta valenza artistica, dato dagli stucchi e dagli elementi scultorei.

 

Mentre si sviluppava la costruzione dell’edificio, intrapresa tra il 1481-89, di pari passo andò anche quella ornamentale. Nel dicembre 1489 Gasparo da Coirano, milanese, ha eseguito per le nicchiette del tamburo della prima cupola i 12 Apostoli da lui scolpiti. Antonio della Porta, pure milanese (detto il Tarmagnino), ha eseguito 12 angeli (ne sono rimasti 10) e per i peducci dello stesso i quattro dottori della Chiesai.

 

Nel maggio 1490 Gasparo detto Mattio, ha realizzato l'ornamento in pietra intorno ai dottori dei peducci e Giovanni Maria e Bortolo Pelosi hanno fornito sette pezzi "de preda del volto da mezzo" che con tutta probabilità servirono ai grandi archi che reggono il tamburo della prima cupola, i rosoni, la ghiera ornati di festoni e fiori.

 

In questa zona si presenta un grave degrado degli stucchi e delle superfici intonacate interne, provocato dagli elevati livelli di umidità dovuti alle numerose infiltrazioni d’acqua meteorica dal manto di copertura, verificatesi prima dei lavori.

 

Tale situazione è documentata anche da alcune prese fotografiche che evidenziano la caduta a terra di porzioni di stucco e pietra di cospicue dimensioni Nessun tipo di informazione si ha sul degrado delle sculture e sullo stato conservativo del loro ancoraggio alla muratura.

 

Per queste ragioni al termine degli interventi di pulitura interni, l’Amministrazione comunale ha deciso di confinare l’area corrispondente alla cupola con pannelli didattici e cordoni, per impedire il transito al di sotto delle persone.  Quest’ultimo lavoro permetterà di risolvere anche questo problema.