All’età di 93 anni si è spento Adriano Grasso Caprioli, uno dei maestri dell’arte bresciana del secondo Novecento, celebre in Valle Sabbia come autore dell’affresco di Lavenone. Un affresco che molti scambiano erroneamente per un’opera fascista e che invece, attorno alla scritta superstite del Ventennio – “Noi sognamo l'Italia romana” - ha inserito raffigurazioni di stampo Novecentista ma di tema antifascista, quale Grasso Caprioli era. Nato a Sale di Gussago il 6 ottobre 1927, dopo la maturità al liceo scientifico Calini e gli studi in Geologia, Grasso Caprioli s’era formato artisticamente ai corsi serali dell’AAB (di cui è stato presidente in diverse circostanze) e all’Accademia di Vienna. Mostre e premi in Europa avevano messo in luce il suo precoce talento. 45 mostre personali e oltre settemila opere scandiscono la produzione di Grasso Caprioli in cui ricorrono temi diversi: gli amatissimi cavalli, scenografie teatrali, affreschi religiosi e civili. Un artista poliedrico, un uomo percorso da una straordinaria vitalità, un pittore che ha saputo seguire le più aggiornate correnti dell’arte contemporanea sempre conservando però uno stile originale, inconfondibile.
Odoardo Resti