Loro sono pronti. E hanno voglia di ricominciare a esibirsi, a far sentire la loro musica. I Klezmorim sono pronti e disponibili a promuovere iniziative e serate. Ma di cosa parliamo?

Il canto dei villaggi. Negli shtetlek, vale a dire i villaggi dell’Europa orientale in cui la popolazione era composta in gran parte di ebrei che parlavano la lingua yiddish, in occasione dei matrimoni soprattutto, ma anche di altre festività della comunità, arrivavano i Klezmorim (musicanti, si potrebbe tradurre).

 

A loro, per un compenso spesso misero, veniva affidato il compito di fare musica strumentale e vocale in modo che la gioia e l’allegria della festa si manifestasse pienamente, anche attraverso il ballo.

 

In genere con i clarinetti, i violini, il contrabbasso e la fisarmonica eseguivano brani di musica popolare, ma anche autoriale, nei quali veniva raccontata la vita quotidiana dello shtetl (il villaggio) dall’amore alle storie allegre che avvenivano in ogni paese.

 

Da ormai molti anni alcuni giovani musicisti bresciani hanno ripreso questi canti, talora tristi e spesso allegri e divertiti, in uno spettacolo, nel quale, anche attraverso liriche e racconti, viene narrata la vita di quelle comunità ora scomparse per sempre negli anni dello sterminio degli ebrei europei.

 

Si sono denominati Klezmorim (e non poteva essere altrimenti) e hanno portato questi canti in molti luoghi. Si tratta, il loro, di un viaggio lontano nel tempo e nello spazio, ma anche di una riflessione sul presente. Si organizzano serate e iniziative varie per l'estate.

 

Per informazioni e per contattare questo gruppo si veda il sito www.klezmorim.it e il cell. 3339674461.