Sabato 19 giugno alle ore 21 - nella Chiesa Monumentale di Sant'Andrea a Maderno - è in programma il terzo concerto del Festival Suoni e Sapori del Garda. L'appuntamento vedrà protagonisti Piercarlo Sacco al violino e Andrea Dieci alla chitarra.

 

Riflettendo sul pensiero musicale di Astor Piazzolla è facile rendersi conto che il comun denominatore delle sue composizioni stabilisce una certa affinità con il procedimento   borgesiano   dell'autocitazione.   Per   questo   le   partiture   più eterogenee nutrono la loro identità di una raffinata arte manipolatoria, attraverso cui si percepisce la continuità del suo stile. Un alfabeto di ricorrenze che affiorano nella narrazione musicale, come una sorta di eterno ritorno biologico. Da loro è distillata l'essenza di un'opera che si distingue come unica tra le strepitose negromanzie del '900 musicale. In loro risiede il genius loci che l'autore ha saputo comunicare, inserendolo in un quadro formale di respiro universale.  La combinazione fortunata si condensa in un'estetica, dove è espresso il riuscito mèlange dei due aspetti etimologici inerenti a questa parola, costruzione del bello ma anche sensazione del corpo. Ed è proprio la riuscita coniugazione di questi aspetti che conferisce alla musica piazzolliana quello che Roland Barthes chiamava "effet du réel", vale a dire l'impressione di trovarsi di fronte a musiche che prima di essere scritte sul pentagramma, sono ispirate dalla realtà e per ciò in grado di esprimere una formidabile potenza evocativa. Tra le composizioni registrate in questo cd, ad esempio, ci sono alcuni riferimenti diretti alla biografia dell'autore, Calle 92 è la strada in cui Piazzolla risiedeva nei suoi anni newyorkesi; oppure Imágines 676, fa esplicito riferimento ad un club di Buenos Aires sito in Calle Tucuman 676, dove si esibiva con il suo quintetto alternandosi con figure quali Joao Gilberto. Stan Getz, Gato Barbieri, mentre tra gli habitué mancava di rado Anibal Troilo..."el   bandoneon   mayor   de   Buenos   Aires". L'unicità di Piazzolla sta proprio nella capacità di declinare questo dolce rumore   della   vita" (cantato   in   un   verso   di   Sandro   Penna), attraverso un'inesauribile vena melodica distillata almeno in un passaggio di ogni sua composizione. Melodie per così dire "visive" che iniettano nella sua scrittura accademica la forza vitalistica delle sue origini di musicista popolare, alias profondo conoscitore di tutti i segreti del Tango. Piercarlo Sacco e Andrea Dieci sono tra i pochissimi musicisti di formazione classica a far emergere la verità che abita lo spirito di Piazzolla e tutto quello che di simbolico ne consegue. Lo abbiamo ascoltato nelle loro vibranti interpretazioni riunite in Café 1930; lo riascoltiamo in questa seconda impresa discografica intitolata La Calle 92, un'incantevole Wunderkammer formata da quattordici episodi in cui l'arte di Piazzolla risuona forte e chiara con la voce della chitarra in dialogo con quella del violino e della viola (quest'ultima solo in Fievre e Detresse). La caratteristica che rende prezioso questo lavoro di Sacco e Dieci, oltre che per il merito di aver riportato alla luce diverse composizioni raramente eseguite (Psicosis, Suavidad, Dernier lamento, Tango choc, Made in USA...)  e di aver arrangiato tutto il materiale registrato con magistrale sapienza, è il coraggio interpretativo con cui i musicisti hanno affrontato le loro realizzazioni. Piercarlo  Sacco  ad  esempio, riprende la musica di Piazzolla riflettendola nel suo mondo espressivo e quindi leggendola  con  il  gusto  sinuoso,  rischioso  e  trascinante  di  chi  sa  corteggiare  i modelli  filologici  ma  anche  separarsi  da  loro, in  una  flessibilità  che  è  la  sola fedeltà  possibile  nel  campo  della  creazione,  quella  della  libertà,  della  passione, della  mimica  che  crea  e  ricrea  restando  in  una  relazione  fluida,  elegiaca  e cangiante  con la partitura.  Una prova maiuscola che sintetizza maturità artistica, suono curatissimo e felicità virtuosistica.  Dal canto suo, la chitarra di Andrea Dieci contiene e sottolinea le iperboli del violino in una tessitura disegnata per coniugare l'inquieta e mobile cadenza del ritmo. Dieci coglie perfettamente il senso che traspare ogni qual volta Piazzolla ha scritto per la chitarra insieme ad un partner (esempio tra tutti i numeri della Histoire du tango): il contributo di questo strumento non deve essere circoscritto ad semplice, ancor che complesso, ruolo di accompagnamento. Infatti le partiture preparate da Dieci suggeriscono all'interprete di abbandonarsi ad un gesto che palpiti, incarnando il suono fresco di colori luminescenti, per dare luogo ad una sorta di venerazione verso i soggetti melodici che si rincorrono in modulazioni e variazioni, ondeggianti tra il veleno e la grazia, il sangue e l'incanto, il furore e l'intimità. Queste considerazioni sulla scienza del pathos che si manifesta nelle esecuzioni di Sacco e Dieci, valgono per tutte le tracce registrate nel magico riverbero naturale della Cappella del Collegio Rotondi di Gorla Minore (VA). Sia che si tratti di un arrangiamento costruito a partire da una edizione sintetica che vale poco più di una traccia, sia che sia stata sperimentata una riscrittura partendo da quella conosciuta attraverso un  altro  organico  (ad  esempio Jeanne y  Paul,  mancata  colonna  sonora  di L'ultimo  tango  a  Parigi; Fracanapa    scritta per Paula cautiva, un film del 1963 diretto da Fernando Ayala, con un titolo che riprende il nome di una maschera del Carnevale di Venezia, antagonista antiborghese di Pantalone; Calambre  ispirato ad una fughetta inserita tra i numeri delle Variazioni Goldberg e primo esperimento di una fuga inserito nel contesto del Tango piazzolliano; Milonga  en  Re, dedicata a Salvatore Accardo e scritta originariamente per violino e pianoforte). Come alludendo alla discesa di un sipario finale il cd si conclude con il brano intitolato Se   termino. Ma intuiamo che Sacco e Dieci abbiano ancora molto da farci ascoltare. La Calle 92 non finisce qui.

 

Il Festival propone un circuito di spettacoli ad ingresso libero inseriti in un unico cartellone, con il diretto coinvolgimento dei Comuni afferenti all’intero bacino lacustre e al suo immediato entroterra. La direzione artistica è affidata al maestro Serafino Tedesi coadiuvato dalla sua associazione culturale Infonote; l’intento è quello di riuscire a coinvolgere sempre più comuni, anche delle province limitrofe. I comuni che fanno parte dell’edizione 2021 sono: Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Lonato del Garda, Salò, San Felice del Benaco, Tignale e Toscolano Maderno.