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Questa domenica parliamo di un proverbio reso celebre dal maestro taoista Zhuangzi nel IV secolo a.C., Zuò Jing Guan Tian, guardare il cielo stando in un pozzo.

Nella sua opera omonima Zhuangzi fa discutere il principe Mou del regno di Wei e Gongsun Long, altro grande pensatore dell'epoca; quest'ultimo, nel racconto, afferma di aver letto i discorsi di Zhuangzi, ma di non essere riuscito a capirli, pur ritenendosi un maestro di grande esperienza. In risposta il figlio del duca di Wei gli racconta la storia della tartaruga che, provenendo dall'oceano, si imbatté in una rana che viveva sul fondo di un pozzo: questa elogiò il suo habitat, dicendo che non c'è nulla di meglio di aver completo controllo delle acque del pozzo, da cui può uscire quando vuole con pochi salti. La tartaruga inizialmente rimase molto colpita, e volle provare la sensazione di governare l'intero pozzo, ma non appena una sua zampa vi rimase incastrata si ritrasse e si mise ad elogiare il grande oceano: il piccolo animale lo descrisse come una distesa immensa, che non viene scalfita né da siccità né da grandi piogge, ma che è eterna ed imperitura, il ritratto della perfezione. La rana rimase stupefatta e non proferì più parola. Questo aneddoto di Zhuangzi ci fa capire che certe volte la nostra visione delle cose e del mondo è tanto ristretta da non farci vedere la totalità delle cose, che nella loro grandezza ci sovrastano e non possono essere capite appieno.

Andrea Franzoni