Riceviamo e volentieri pubblichiamo le considerazioni del gruppo di minoranza in consiglio co,unale a Gavardo "Gavardo rinasce" sul tema della centralina e di altre questioni energetiche.
Appare alquanto curiosa la tempistica con la quale le notizie si susseguano le une con le altre. In un momento in cui l’amministrazione gavardese si trova a far fronte alle vigorose reazioni dell’opinione pubblica sulle vicende dell’apertura della cava sul Monte Tesio, oppure sulla questione del bando INAIL per la vendita e sistemazione dell’edificio delle Ex Sciole Elementari, il Sindaco Vezzola rilancia il progetto della centralina idroelettrica sul fiume Chiese con il sostegno del Consorzio Medio Chiese. Un progetto che prende corpo nel 2008 con la giunta Tonni e sul quale la prima giunta Vezzola ha letteralmente sonnecchiato, per poi venire inspiegabilmente dimenticato nel 2014 durante la campagna elettorale per il secondo mandato dell’attuale sindaco di Gavardo a panaggio del grande progetto di centrale a biomassa in centro al paese. La memoria è importante quando si debbono valutare azioni amministrative. Quindi, va ricordato che, nel caso del progetto della centrale a biomassa, l’elemento stimolante fu la possibile attribuzione di un finanziamento europeo, senza mai interrogarsi invece sul progetto, sull’impatto ambientale, sulle conseguenze a medio/lungo periodo, sulle possibili e praticabili soluzioni già presenti sui tavoli degli uffici comunali. Tra queste -per l’appunto- il progetto della centralina idroelettrica sul fiume Chiese, capace di produrre energia in modo ecocompatibile, sostenibile finanziariamente e percorribile tecnicamente con il contributo del Consorzio Medio Chiese. Ribadito tra le priorità di intervento nel programma elettorale di Gavardo Rinasce per le elezioni amministrative del maggio 2014, il progetto della centralina idroelettrica sul Chiese -una volta rieletto il Sindaco Vezzola- venne utilizzato dalla compagine politica di maggioranza come argomento di “speculazione” senza mai assumere una spinta decisiva e concreta, nonostante le continue pressioni (tramite interrogazioni in Consiglio Comunale) dei gruppi di minoranza. La storia sulla centrale a biomassa la conosciamo ormai tutti e sappiamo come -fortunatamente- è finita, anche in questo caso grazie alla reazione civile e compatta della popolazione e dei movimenti civici che concorrono alla vita sociale e politica della comunità gavardese. Ora, appellandosi alla disponibilità di incentivi governativi, il Sindaco Vezzola annuncia la concretizzazione del progetto di centralina idroelettrica con la promessa di attivazione entro il 2017. Gavardo Rinasce, naturalmente, saluta con favore la notizia, augurandosi che questa, dopo 10 anni, sia davvero la volta buona. Ciò che, invece, ci lascia ancora una volta perplessi, è la “traballante” strategia con la quale l’Amministrazione di Gavardo affronta tematiche così importanti per l’impatto e le conseguenze che hanno in termini di ricaduta sulla vita dei cittadini. La conduzione della vicenda sulla convenzione per il ripristino dell’attività estrattiva sul Monte Tesio (con i cittadini che proprio in questi giorni stanno raccogliendo le firme per contestare questa scelta), insieme all’idea di vendere l’edificio delle ex scuole elementari all’INAIL a fronte di un finanziamento da pagare con un 3% per almeno 20/25 anni, appaiono come 2 esempi della mancanza di pianificazione e di studio. Ciò che guida non è una linea progettuale e politica condotta dall’amministrazione comunale secondo un disegno ed un programma al quale gli elettori hanno affidato la loro fiducia, ma l’evoluzione ed il manifestarsi di eventi determinati da “condizioni esterne”. Il tutto in un quadro che, per le casse comunali e per i debiti già assunti e gravanti per i prossimi anni sui cittadini, appare preoccupante. Basti pensare che per aggiustare qualche strada sul territorio comunale (i cartelli posizionati in questi giorni su alcune strade che richiamano ATTENZIONE ALLE BUCHE, ne sono la riprova) e per provvederne alla riasfaltatura, l’Amministrazione comunale -anche in questo caso- ha dovuto accendere un mutuo per finanziare un intervento considerato di routine.