Domenica 22 gennaio alle 17, nell’aula magna della scuola secondaria Fleming, andrà in scena uno spettacolo teatrale con la compagnia di Gussago composta da alcuni ragazzi di un centro riabilitativo per minori e altri del gruppo dell’oratorio, in una singolare e riuscitissima esperienza di integrazione. Ingresso libero.

“Trouble town” è il titolo dello spettacolo ideato e realizzato interamente dalla compagnia Gl’improvvisati, con la regia di Elena Ferrari e Valeria Gennari. Racconta la vita piuttosto movimentata e ricca di intrighi degli abitanti di una piccola città in cui si intrecciano numerose vicende con diversi protagonisti. L’iniziativa, patrocinata dal Comune, è promossa dall’Associazione Genitori Mazzano che da alcuni anni si muove con vivacità sul territorio, organizzando eventi dedicati non solo a genitori e adulti in generale, ma anche ai ragazzi e alle loro famiglie. Lo spettacolo di domenica, per esempio, è rivolto a tutti e ha un valore aggiunto rispetto alle altre manifestazioni in calendario.

Si tratta infatti di un esperimento che nasce dal desiderio di incontro e confronto fra adolescenti e giovani con storie diverse e diverse abilità. Il gruppo 2002 dell’oratorio di Gussago lo scorso anno ha infatti trattato il tema della diversità nel suo percorso di formazione, ma una simile materia non poteva limitarsi a essere oggetto di discussione senza alcun risvolto pratico. Poste le basi per la formazione di un gruppo integrato, i ragazzi hanno dunque conosciuto alcuni loro coetanei del Centro abilitativo per minori Francesco Faroni, gestito da Fo.B.A.P. Onlus (Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili), fondazione non nuova a progetti di laboratorio teatrale.

L’idea centrale si fonda sulla convinzione che il teatro è anche un luogo di socializzazione e di libera espressione per tutti, abili e disabili. Nella cornice protetta della finzione si possono di volta in volta esprimere o contenere emozioni, affidarsi agli altri, provare ruoli nuovi e imparare a collaborare, il tutto in un clima di empatia che arricchisce tutti. «Il percorso - precisano i responsabili del progetto - parte da una ricerca espressiva, sul corpo e sulla voce, attraverso vari giochi relazionali e conduce alla creazione di scene teatrali improvvisate o semi-improvvisate. Nel nostro modo di fare teatro le differenze si appiattiscono e sul palco le diverse abilità non si notano».

Il pubblico vedrà dunque un gruppo di attori affiatato, con ospiti, educatori e giovani volontari che hanno saputo percorrere insieme la strada dell’integrazione con creatività ed entusiasmo, facendo tesoro dei punti di forza di ognuno e della voglia di mettersi in gioco di tutti. 

Giovanna Gamba