Emozionante. A tratti commovente l’inaugurazione a Brescia delle nuove formelle alla Memoria delle vittime del terrorismo.
Sarà stata l’aria composta che aleggiava sul volto di Manlio Milani di Casa Memoria. O forse l’atteggiamento serio e compunto del dottor Claudio De Vincenti, sottosegratario di Stato alla Presidenza del Consiglio, ma la mattinata ha scosso gli animi. L’elenco dei nomi delle vittime del terrorismo è stato letto da giovani studenti delle scuole bresciane al cospetto di una lunghissima bandiera dell’Italia che copriva le nuove formelle. Ora sono arrivate a 180. Presto però supereranno i 400 nomi. Tra quelle nuove vi erano anche quelle dedicate al presidente Aldo Moro e agli uomini della sua scorta. La lunghissima bandiera che le copriva è stata sollevata dagli studenti delle nostre scuole, il Liceo De Andrè di Brescia e Primo levi di Sarezzo, a testimoniare la loro partecipazione anche per eventi della storia passata.
All’inaugurazione erano presenti i parenti delle vittime e tra loro anche Agnese Moro.
Sarà stata la loro presenza, le strette di mano doverose al Sottosegretario o le sue parole ad aver suscitato tanta commozione. Quest’ultimo ha parlato di via crucis laica. Quel che rimane di quella inaugurazione è l’aurea di sentimenti delicati, di speranze e di preghiera alle Istituzioni di agire per i cittadini. Opportune dunque in questo alone di aspettative le parole del Prefetto di Brescia, Dottor Valenti che hanno rivelato che le carte documentarie della Strage di Piazza Loggia sono state versate all’Archivio di Stato di Brescia. Apprendere che le istituzioni si aprono alla trasparenza e che elevano il cittadino a custode e al contempo fruitore di tali carte rende possibile pensare che un domani quelle stesse stragi non potranno più avvenire.
Rassicura sapere come ha detto la dottoressa Ilaria Moroni che anche le carte relative al caso Moro saranno ora consultabili. Ancor di più sapere che da qualsivoglia archivio di Stato si potranno consultare anche le documentazioni giudiziarie dei processi celebrati in qualsivoglia città italiana, perché ciò rende libero il lavoro dello storico, ma anche l’essenza stessa del cittadino che diviene così protagonista anche della storia passata. Ma incoraggiano anche le parole dello storico Mimmo Franzinelli, che esortando i giovani allo studio, alla ricerca storica attraverso fonti archivistiche li ha anche messi in guardia dai falsi storici, che numerosi hanno affollato molte pubblicazioni, anche di successo.
Un tassello è stato aggiunto alla Direttiva Renzi e Brescia risulta una città virtuosa per aver portato avanti questo progetto, per aver lottato con convinzione nella direzione della trasparenza di carte che quando secretate non permettevano una lettura verace della verità.
Monica Felice