Un velo di sporcizia, che a tratti si fa dura crosta, offusca il centro cittadino e la sua bellezza. Questo mentre il 2023, anno che ha visto Brescia Capitale italiana della cultura, va spegnendosi senza troppi rimpianti. Apertosi con giochi di luce, di sapore circense, l’anno della Cultura agonizza. Anno non certo ricco di eventi imperdibili né tantomeno memorabili questo 2023: tra mostre “rebelot” di nessuna novità dove la miseria superava di gran lunga la nobiltà, ma di altissimi costi, altre che tra quadri, quadretti e casoncelli propinavano un soporifero percorso espositivo, il tutto ingarbugliato da eventi dove l’antico dialogava con contemporaneo, fenomeno oggi tanto di moda e indigesto come un panettone mal lievitato.

Un anno dove il falso, ma costosissimo, luccichio ha tentato di nascondere la polvere che copre la cultura cittadina. Brescia Capitale della cultura cometa che non ha portato a nessuna grotta salvifica a Betlemme. Di tante risorse impegnate cosa rimane? Il rammarico di non aver saputo sfruttare un’occasione unica e forse un rinnovato Museo del Risorgimento, giocattolo di cui presto ci siamo stancati. Una loggia, palazzo in cui lavorano grandi artisti dal Quattrocento al primo Novecento, infiocchettato come un centro commerciale, attende silente come i suoi abitanti il Natale; mentre una Giustizia “lordata” osserva stanca, dal voltone del Broletto, l’inciviltà del vivere quotidiano.

Buon Natale e felice anno nuovo, ex Capitale.

Giuseppe Merlo