A cento anni dalla nascita, il paese ricorda Domenico Giustacchini con una mostra antologica ospitata nella sala Bruni Conter del Museo archeologico della Vallesabbia, con ingresso da piazza De Medici. L'.inaugurazione è prevista per sabato 23 novembre alle 17.

Nato e cresciuto a Gavardo, Giustacchini amava molto il suo paese, un legame durato una vita, dato che non si allontanò mai. I suoi concittadini percepirono questo profondo affetto e lo ricambiarono, tributando al pittore apprezzamento per le sue opere e stima per la sua persona. 

La carriera dell'artista era iniziata assai presto: subito dopo la guerra, Domenico Giustacchini aveva preso in mano pennelli e tavolozza, ben deciso a dare corpo a quella che già si andava rivelando in lui come la grande passione della vita. 

Gli esordi erano stati all’insegna di una pittura svolta prevalentemente en plein air, una pittura intesa quale strumento per interpretare gli scorci più suggestivi della propria terra; in seguito, stile e qualità compositive erano maturati, nella direzione di scelte espressive complesse e articolate. I paesaggi delle origini avevano assunto via via strutture sempre più prossime all’informale, per sfociare poi nell’astrazione. Un breve stagione, questa, che aveva preceduto il ritorno alla figurazione, declinato però secondo un linguaggio peculiare e riconoscibilissimo, al servizio di una poetica che riconduceva alla dimensione del sacro e al racconto, intimamente condiviso, di scene di vita quotidiana. 

Dopo l’inaugurazione di sabato, la mostra - che gode del patrocinio del Comune di Gavardo e della Comunità montana - si potrà visitare ancora domenica e nel successivo fine settimana, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19.30.