Da alcuni mesi la commissione cultura della Fondazione Piccini ha avviato un percorso di riscoperta delle nostre radici con proposte diversificate, ma tutte riconducibili al tema della terra: “storia, bellezza e pane” recita il sottotitolo del ciclo di incontri che sta riscuotendo molto successo, non solo tra i cittadini di Calvagese, ma anche tra altre persone interessate agli spuntii via via scanditi nel corso dei vari appuntamenti in programma.
Dopo musica e canti, archeologia, sapori da gustare, passeggiate, racconti e poesie, è ora la volta di una speciale forma di autobiografia, l’eco-narrazione. A guidare il pubblico in una serata che si preannuncia particolarmente ricca di spunti sarà Duccio Demetrio, già docente di Filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca e ora direttore scientifico della LUA, la libera università dell’autobiografia di Anghiari. È lo stesso autore a chiarire il concetto di ecologia narrativa, sconosciuto ai più.
«Si tratta di un approccio alle forme narrative mediante le quali si configura e si racconta a noi un dato ambiente. Il punto di vista eco-narrativo - precisa Demetrio - nasce per ordinare diversamente il nostro agire nei confronti della natura. La terra sembra parlarci, avvertirci, ammonirci e ogni luogo della terra possiede le sue innumerevoli storie. Purtroppo, a causa degli interventi umani, talvolta tali storie sono irreversibilmente deturpate e sfregiate nei loro equilibri e possono solo raccontarci la fine brusca di assetti eco-sistemici originari, che si erano composti in milioni di anni».
Demetrio propone dunque il suo paradigma narrativo per dare voce a ciò che potrebbe andare perduto per sempre, salvandone il ricordo, il passato, l’originaria ricchezza. Del resto, ogni cultura ha riservato alla terra il ruolo di ispiratrice di scrittori e poeti, perché nella terra affonda le radici la nostra intimità: tutto ciò che siamo e facciamo è frutto di un rapporto arcaico con la terra, iniziato dai nostri progenitori e giunto fino a noi in un filo rosso che dà continuità al nostro abitare il mondo. Ecco perché l’ecologia narrativa coinvolge ognuno di noi, spronandoci a divenire militanti: tutti siamo infatti responsabili del pianeta, soprattutto nel nostro tempo che distrugge, deforesta, rompe gli equilibri e porta all’estinzione vegetali e animali.
«Siamo ecologisti narrativi - conclude Demetrio - quando ci battiamo affinché le narrazioni della terra non muoiano, ma possano sopravvivere contro tutte le desertificazioni cui stiamo assistendo. È giunto il momento di chiederci in quanta parte della nostra storia di vita sia presente la storia della terra e se questa costituisca tanto, o troppo poco, la dimensione esistenziale che ci è indispensabile non solo per vivere, ma per vivere al meglio». Chiunque voglia raccogliere la sfida, avrà l’occasione di farsi coinvolgere dalle suggestioni della serata di mercoledì.
Giovanna Gamba