Si tratta di uno spettacolo che giunge al termine del laboratorio “Frammenti” sostenuto e in collaborazione con la Cooperativa Futura di Nave e patrocinato dal Comune di Brescia.
Nel laboratorio ciascun partecipante ha potuto comprendere e riconoscere risorse e limiti, abilità e disabilità nella ricerca di una intesa profonda col gruppo e nella certezza di un supporto, in una tensione educativa che ha portato ciascuno a scoprire i propri punti di forza e a metterli al servizio degli altri.
Il lavoro potrebbe essere ben rappresentato da tre parole:
“divertimento”: mai risate banali, ma improvvisazioni teatrali, esercizi e movimenti accompagnati dalla musica per giocare a fare il Teatro; “fatica” nell’affrontare paure, timidezze, esitazioni, pregiudizi; “fiducia” per cui ciascuno può prendersi cura di chi trova accanto a sé e sa affidarsi al gruppo nella consapevolezza di essere accolto e sostenuto.
Lo spettacolo parte dalla maschera, che diventa il filo conduttore del racconto; maschera che nasconde e svela, amplifica e cela, protegge e imprigiona: metafora dell’uomo che si trova in un continuo movimento fra essere e apparire.
Un desiderio: non avere paura di togliere la maschera.
Rolando Anni