I Klezmorim (musicanti è il significato del termine in yiddish) sono dieci giovani bresciani che da molti anni si dedicano a questa esperienza musicale affascinante e difficile, proponendo un incontro-concerto legato alla cultura degli Ebrei della Polonia, dell’Ucraina, della Lituania, della Russia, travolti e scomparsi per sempre nella Shoah.
L’incontro è caratterizzato dall’esecuzione di canti religiosi e profani in ebraico e in yiddish. I primi musicano versetti dei salmi, tra le preghiere più alte che siano mai state scritte, mentre i secondi intendono dipingere un quadro della vita quotidiana, povera e faticosa, ma anche piena di speranza e di fiducia nel futuro, degli shtetlek (villaggi) dell’Europa orientale.
Tutti i canti sono resi più comprensibili al pubblico grazie alle presentazioni, che li spiegano e li inquadrano storicamente, e dalla lettura di alcuni testi dei brani proposti. Questi canti, ricchi di popolare ingenuità, ma anche di virtuosismi musicali, trasmettono messaggi di grande intensità emotiva e in essi si mescolano inestricabilmente gioia e dolore, felicità e delusione, sorriso e pianto, riflessioni sull’esistenza e preghiere che permettono di percorrere un breve viaggio nella memoria e nella storia dei momenti felici, ma anche nelle tragedie, di un popolo. Come osserva lo scrittore austriaco Joseph Roth, dietro i canti dolorosi della musica klezmer si avverte il sorriso e basta averli ascoltati una sola volta perché risuonino nella mente per settimane. Questa musica, che ha affascinato tra gli altri anche Franz Kafka, ha vissuto a partire dagli anni Ottanta un revival internazionale.
I Klezmorim sono Alessandro Adami (pianoforte, fisarmonica e voce), che cura le trascrizioni e gli arrangiamenti, Daniela Fusha (violino), Matteo Pizzoli (chitarra), Alessandro Todeschini (percussioni), Luisa Anni, Denise Pisoni, Claudia Romelli, Elisabetta Vizzardi (voci). Rolando Anni fa da guida alla comprensione dei canti.