Dopo la spedizione dei Mille e la triste parentesi di Aspromonte, Giuseppe Garibaldi, nel 1866, dal suo volontario esilio di Caprera ancora una volta risponde alla chiamata del Governo italiano che lo vuole nuovamente al comando di un esercito di volontari. Lasciata la sua amata Caprera, Garibaldi raggiunge la Lombardia dove viene accolto dall’entusiasmo dei giovani volontari e dalla devozione di coloro che già avevano combattuto ai suoi ordini.
Il suo impegno durante la Terza Guerra d’Indipendenza lo porterà ancora una volta ad esporsi in prima persona, rischiando anche la vita, per incitare ed essere di esempio ai suoi uomini. A fianco della sconfitta di Custoza, sofferta dall’esercito Regio, e di Lissa, dove la Regia Marina soccomberà alla flotta imperiale austriaca, i volontari, al comando del Generale Garibaldi, scriveranno nuovamente pagine di eroismo, a Bezzecca, a Monte Suello, a Vezza d’Oglio, con le quali riscatteranno l’onore delle armi italiane.
Il laconico “Obbedisco” con il quale Garibaldi risponderà all’ordine di non proseguire nella sua campagna in Tirolo, esprime tutto lo stato d’animo del Generale che, come scrisse Guerzoni, vedeva in quella rinuncia “tanto eroico fiore di giovani vite inutilmente sacrificato”.
Questa è, in sintesi, la traccia dell’intervento che Luciano Faverzani, presidente del Comitato di Brescia dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano e socio amministratore dell’Ateneo di Brescia, terrà venerdì 24 giugno alle ore 20:30, presso la sede della Comunità montana di Valle Sabbia, nell’ambito delle manifestazioni volute dal Comitato per i 150 della Battaglia di Monte Suello. Introdurrà la serata Alfredo Bonomi, a nome del comitato che presiede.
Giancarlo Marchesi