Una mattinata all’insegna della cultura, tra carte e documenti antichi, da riscoprire o conoscere ex-novo in occasione dell’apertura speciale per il pubblico nella giornata di domenica. La “Domenica di carta” dell’Archivio di Stato bresciano si inserisce nel solco delle iniziative promosse dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ideate per la valorizzazione del prezioso patrimonio di archivi e biblioteche pubbliche statali.
Una prima proposta consiste nella possibilità di visitare depositi e locali dell’archivio, dove saranno esposti alcuni fra i più rilevanti documenti in esso conservati. Il personale farà da guida ai visitatori lungo il percorso che prenderà il via alle 9:30 e alle 11:30.
Alle 10:30 si terrà invece la presentazione e inaugurazione della mostra documentaria “Architetture e territori bresciani tra antico regime e modernità. Progetti e disegni del fondo Architetti, ingegneri e periti agrimensori dell’Archivio di Stato di Brescia”, curata da Giuseppe Merlo, storico dell'arte, dipendente dello stesso archivio e da qualche tempo collaboratore del nostro portale di informazione. L’esposizione sarà visitabile dal lunedì al venerdì fino al 28 ottobre con orario 9-13, ingresso libero.
La raccolta delle carte dei professionisti defunti prese il via per volontà di Napoleone con una legge del 1805. Il fondo conservato presso l’Archivio di Stato di Brescia, nonostante le inevitabili perdite e dispersioni, si compone di circa 800 faldoni che abbracciano l’opera di circa cento tra architetti, ingegneri e periti agrimensori vissuti tra la fine del Settecento e gli ultimi anni dell’Ottocento, sia in città che in provincia. Carte raccolte per il loro valore legale hanno acquisito con il tempo anche un grande valore storico per gli studiosi contemporanei.
«Gran parte dell’attività dei professionisti – precisa Merlo – è concentrata negli anni che vanno dalla caduta di Napoleone alla proclamazione del Regno d’Italia e dunque interessano un periodo di profonde trasformazioni economiche e sociali. Sono gli anni in cui Brescia e il suo territorio si aprono alla modernità». Strade, nuove o da ripristinare, l’arrivo della ferrovia, la costruzione di sedi comunali, scuole, gendarmerie: è lungo l’elenco degli incarichi conferiti ai professionisti che ridisegnarono a volte in maniera sensibile e profonda le nostre terre. «Oggi l’archivio sta riordinando i documenti – conclude il curatore – e l’inventario analitico è ancora in corso. La mostra è l’occasione per presentare alcuni dei disegni più interessanti conservati nei primi 250 faldoni».
Giovanna Gamba