Oppure sono gli stessi uomini che uniformandosi sotto forma di una grande massa indefinita, priva di ideali personali e di diversità si abbandona all'ignoranza e alla superficiale leggerezza? Questi i grandi temi che sono stati affrontati al “Piccolo Teatro Libero di San Polino”, nello spettacolo teatrale “Reality shock” di e con Annalisa Insardà. L’autrice attrice, sola sulla scena con un solo leggio per scenografia, un microfono e una luce soffusa, ha indubbiamente scosso l’animo degli spettatori sia per l’impatto emotivo di quelle parole pronunciate con forza e con foga sia per l’intensità e la pienezza degli argomenti trattati.
Attraverso dei monologhi, l'attrice Annalisa Insardà, calabrese di nascita, ha fatto riflettere il pubblico con la sua storia personale, il dissidio interiore che la spinge a momenti ad essere fiera della sua origine, e a volte a voler scappare, quasi rinnegando quelle stesse origini, per urlare il suo dolore per tutto ciò che accade nella sua terra: la pazzia, la 'ndrangheta, la pena di morte nei paesi americani, i problemi economici e altro ancora.
Nella storia di Derek Rocco Barnabei, uomo statunitense di origine italiana ucciso, e non giustiziato come l’attrice sottolinea, nel e dallo stato del Virginia per un omicidio che non aveva commesso, con l'unica colpa di non potersi permettere il pagamento privato dell’analisi scientifica di quei test che avrebbero dimostrato la sua innocenza; nella disperata lettera indirizzata al Parlamento europeo, emergono testimonianze terribili, la storia della sua prigionia, delle sofferenze e della paura per un imminente morte ingiusta causata dalla legge americana.
Un grido contro ogni ingiustizia, contro ogni privazione della libertà, che ha colpito e commosso ognuno dei presenti, quasi come se l'attrice li abbia voluti condurre piano piano a riflettere su se stessi, sulle prese di posizione personali, sulle idee di ciascuno, per render coscienti dell'amara realtà che circondaognuno e spronare ad agire per un mondo migliore.
Roberto Sfravara