Da cosa nasce questo spettacolo?
«È tratto dall’omonimo libro, che a sua volta nasce dalla documentazione per un esame di filosofia morale tanti anni fa. Come la maggior parte delle persone, ero prigioniero di luoghi comuni e vittima di cattive narrazioni sull’argomento. Mi si aprì un mondo sconosciuto quanto affascinante».
Quali sono le differenze fra i due testi?
«Lo spettacolo teatrale ha la sua cifra soprattutto nell’emozione che può provocare la scena, le luci, la musica. Il libro, per sua natura, gode di una trattazione più ampia, mescolando fiction a no-fiction, nel senso che – oltre a contemplare una lunga introduzione storica – mette una cornice storica attorno a una storia di assoluta invenzione».
Com’è strutturato lo spettacolo?
«Si svolge attorno alla figura di Nives, la protagonista ventenne interpretata da Michela Galizzi, già in scena con Le Troiane e Il Canto delle Sirene. Con lei ci sono altre “streghe” interpretate da Susanna Brotto, Sandra Porporini, Mariarosa Rivali. Poi c’è l’inquisitore, interpretato da Carlo Brunelli. Il trucco è stato curato da mia figlia Valentina, make up artist, mentre le musiche sono di Pericle Odierna, col quale – dopo tre precedenti spettacoli – ho ormai stabilito un sodalizio che proseguirà. La sua musica è un valore aggiunto».
Ancora una volta, dopo Le Troiane e il Canto delle Sirene, sono le donne al centro di un tuo spettacolo.
«Donna sarà anche la protagonista de La Papessa, in scena il prossimo 5 maggio, ma quello non è mio».