Un racconto commovente ed emozionante ad una voce sola, accompagnata dal coro “La Faita”. Andrea Giustacchini interpreta la storia di un reduce dalla Campagna di Russia, dal percorso verso il Don, alla steppa russa, desolata e infinita. Attraverso le parole del protagonista lo spettatore è immerso in una storia fatta di piccole vicende di vita quotidiana. Arriva l'attacco russo, con un potenziale d'urto sei volte superiore a quello delle nostre Divisioni (basti pensare che impiegarono 750 carri armati e i nostri soldati non avevamo né carri, né efficienti armi controcarro). Segue il racconto commovente ed emozionante della ritirata: tutti camminano, in una disperata lotta per la sopravvivenza, nel gelo (40 gradi sottozero…) e nella neve per 15 interminabili giorni e per 200 chilometri, nella speranza di una salvezza che pare impossibile, nel ricordo di una casa e degli affetti più cari… E poi arriva Nikolajewka, un paese che ora non c'è più sulle carte geografiche… E c'è l'incontro con Don Gnocchi, cappellano degli alpini e fondatore, dopo la guerra, dell'opera Pro Juventute a favore dei ragazzi mutilati per cause belliche.
Lo spettacolo è liberamente ispirato all'omonimo libro di Maurizio Abastanotti, ma con rimandi a Nuto Revelli, Giulio Bedeschi, Mario Rigoni Stern e Nelson Cenci.