Rientravo dal lavoro in un pub, spesso era notte fonda, e accendendo la televisione su RAI3 mi imbattevo spesso in una strana sigla. Il connubio tra le immagini e la Because the night cantata da Patti Smith, l’angoscia, l’affanno e la disperazione di quest’uomo sott’acqua, l’ologramma di una donna vestita in abiti da sposa che fluttua in un liquido che pare essere amniotico, quasi un brodo cinematografico primordiale, provocavano in me un senso di timore e di pericolo, talvolta di soffocamento e di smarrimento, proprio come il personaggio di Jean Dasté alla fine della sigla. Poi iniziava FUORI ORARIO, quello splendido momento notturno di cinema creato da Enrico Ghezzi. Qualche anno dopo avrei visto per la prima volta L’ATALANTE. Quando arrivò la scena del tuffo in acqua, senza la musica di Because the night e soprattutto inserita nel contesto del film, con il suo carico di significati ed emozioni, ecco, quel momento diede una svolta alla mia vita. Non più angoscia e soffocamento, ma gioia, estasi, commozione. 

E la scoperta di un cinema impossibile da racchiudere nei quattro lati dell’inquadratura.

Oggi L'ATALANTE torna al cinema grazie al pregevolissimo restauro della Cineteca di Bologna. 

E noi ne approfittiamo per fare due serate di festa: per ringraziarvi di un grande 2017 e per propiziare un buon 2018, con il film che mi ha cambiato la vita (e che anni dopo, indirettamente, ha fatto sì che ritornasse in vita il Cinema di Vestone). E le due serate saranno all'insegna del buon cinema, del cibo e del buon vino.

Vi ricordo che l'uscita di L'ATALANTE è prevista per lunedì 15 gennaio, ma su gentile concessione della Cineteca noi saremo in anticipo di un giorno su tutto il territorio nazionale.

Non occorre prenotare, ma è gradito un cenno di consenso, almeno per aiutarci nell'organizzazione.

 

Quando l'ho visto a Cannes, lo scorso maggio, ero emozionato come fosse la prima volta. In realtà, un po', lo era davvero: era la prima volta in sala. Accanto avevo Enrico Ghezzi, il creatore/curatore di Fuori orario, e vivevo uno stato di surrealtà che mi poneva dentro, fuori, ai lati, sopra e sotto rispetto al film. 

 

L'ATALANTE è il nome di un battello che saprà trasportarvi placidamente sulle onde del cinema; una fiaba di anarchia e libertà, di smaccata sensualità; un gesto artistico estremo, realizzato in un'epoca e in un contesto che lasciavano davvero poco spazio alle urgenze di registi come JEAN VIGO.

 

Regista cagionevole di salute, Vigo muore proprio a cavallo con la fine della lavorazione di L'Atalante. La sua totale libertà nell'esprimersi artisticamente è riassumibile in ogni singolo fotogramma, come nel semplicissimo collage che potete qui vedere. E ha pagato questa sua libertà con la propria salute e con la salute dei propri film, martoriati da una critica oscurantista negli anni alle soglie dei fascismi imperanti in tutta Europa.

Di lui ci rimangono un lungometraggio, un mediometraggio e due "corti". Quattro film che, se possibile, fanno di Vigo il più grande regista di tutti i tempi. E che con il finissimo restauro della Cineteca assumono un valore inestimabile e irraggiungibile.

 

Insieme all'Atalante (85 minuti) potrete vedere, nella nostra sala, tutta la retrospettiva su Jean Vigo, interamente restaurata dalla Cineteca. Ci saranno anche Zero de conduite (55 minuti), A propos de Nice, Taris roi de l'eau (due corti di 10 minuti circa ognuno)... 

Vigo, per i propri film, si avvaleva della fotografia di Boris Kaufman, fratello dell'immenso Dziga Vertov. La tecnica rapsodica di A propos de Nice e la fluttuante poesia di L'Atalante sono frutto anche di una maestranza così importante per la realizzazione finale. 

La durata di tutta la retrospettiva sarà di 3 ore, con una pausa tra L'Atalante e gli altri tre lavori. 

In questa pausa saremo lieti di offrirvi un rinfresco con la coppa piacentina e del buon vino, il tutto offerto dal bar del Cinema.

Chi vorrà fermarsi a godere delle altre meraviglie potrà farlo; la serata dovrebbe terminare per la mezzanotte e un quarto circa.

L'invito è sempre quello: partecipare e fare passaparola; supportarci e venire a festeggiare con noi

Un saluto a tutti, ci vediamo in sala

 

Nicola Cargnoni