Le Pietre d’inciampo sono piccoli sanpietrini ricoperti da una lastra di ottone sulla quale sono incisi i dati biografici essenziali di una persona uccisa dalla violenza nazista e fascista: nome, anno di nascita, la data e l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. La pietra viene collocata nel marciapiede davanti alla casa della vittima, così che chiunque possa "inciamparvi" per caso e fermarsi a pensare. Questo progetto si è diffuso in 21 Paesi europei, a partire da Berlino nel 1997.
L’idea è dell’artista tedesco Gunter Demnig, che descrive così la sua opera: «La mia arte non vuole fornire risposte, ma sollevare domande, che sono poi quelle che ci pone la nostra storia. Le Pietre d’inciampo devono far inciampare la testa e il cuore delle persone». Nel 2018 quello di Gardone sarà l’unico appuntamento bresciano per l’artista, che opera a Brescia dal 2012.
La giornata di sabato avrà inizio alle 10:30 nella sala conciliare del municipio, con un incontro dal titolo "Parole e musica: vita e distruzione dello shtetl ebraico". Interverranno Rolando Anni dell’Università Cattolica di Brescia, Alessandro Adami e Luisa Anni del gruppo musicale "Klezmorim". Introdurrà Andrea Cipani, sindaco di Gardone. Alle 16 è invece prevista la posa delle Pietre d’inciampo presso le abitazioni dei fratelli Soliani, in corso Zanardelli 7 e di seguito in corso della Repubblica 57.
L’iniziativa è promossa dalla Città di Gardone Riviera e dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in collaborazione con ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati), Casa della Memoria, ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani).