In occasione della Giornata della memoria, l’Associazione culturale I Giorni ha affidato al bravissimo Deni Giustacchini la lettura di alcuni testi sulla tragedia della Shoah, per provare ad essere “il cuore pensante di un intero campo di concentramento” come voleva Etty Hillesum.
Si è data voce alla scarna drammaticità di Primo Levi che ricorda come “allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo”, ma non si sono tralasciate sensibilità differenti come quelle dei bambini che nel ghetto piangono l’assenza delle farfalle o della Szymborska che ammonisce su come il secolo passato avrebbe dovuto essere “il migliore” secondo le aspettative di molti, ma “non farà più in tempo a dimostrarlo” .
Se è doveroso far memoria di questi tremendi momenti della storia dell’uomo per impedire che si ripetano, non può tuttavia mancare un’apertura fiducia e alla responsabilità di ognuno: “la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo” non stanca di ripeterci ancora Etty Hillesum.
La voce intensa di Daniel Adomako ha accompagnato una serata di emozionato ascolto permettendo al pubblico di mescolare la commozione, l’indignazione per ogni sofferenza subita dagli esseri umani in qualsiasi parte del mondo, la speranza che possa trionfare “l’intima bontà dell’uomo” (Anna Frank).
Paola Ballerini