L’evento si è aperto con una brillante interpretazione del I tempo del Concerto S.49 di Hummel a cura del maestro Pierluigi Taddeucci, accompagnato al pianoforte da Gerardo Chimini. Lo stesso Chimini ha poi continuato parlando della sua esperienza in Giappone dove ha potuto osservare la realtà scolastica con particolare focus allo studio della musica nel paese d’Oriente, rilevando per taluni aspetti analogie con l’Italia – «l’anima della musica è quella che ci permette di essere vicini […] c’è una forte attrazione da parte loro per noi italiani che abbiamo dato i maestri per tutto» – e una sostanziale differenza «nella disciplina interiore e nel rispetto […] entrare in una scuola e sentire solo il rumore della matita […] un senso civico straordinario nel rispetto per gli altri».
Stefania Maratti ha portato poi testimonianza del lavoro svolto all’interno della scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale: senza nascondere la propria emozione, ha raccontato come lo studio della musica sia visto prioritariamente in ottica formativa per lo sviluppo globale della personalità dei ragazzi; la professoressa Maratti ha inoltre centrato l’attenzione sulla parola ascolto, sull’importanza che ogni persona pone nel “sentirsi ascoltata” e come questo bisogno si possa soddisfare attraverso il fare musica.
Della recente nascita e del possibile sviluppo del liceo musicale ha trattato il professor Claudio Mandonico: ha posto in luce la scansione tra primo biennio, secondo biennio e ultimo anno del percorso, durante il quale i ragazzi sono già impegnati e proiettati nel gestire al meglio le scelte che hanno considerato per il futuro. Si sono potute anche conoscere meglio alcune caratteristiche delle molteplici materie musicali trattate, riflettendo che le professioni che si possono prefigurare in ambito musicale possono essere molteplici (strumentista, insegnante, tecnico del suono…). Alice Mafessoni ha poi regalato al pubblico una pausa musicale molto intensa suonando “Pièce pour Flûte seule” di Jacques Ibert.
Gli interventi sono proseguiti con la proiezione del contributo del maestro piemontese Andrea Oddone, già direttore dell’Orchestra di Fiati di Salò dal 2012 al 2017. Il maestro ha così esposto che proprio il lavoro in terra bresciana lo ha portato a sperimentare e ad apprezzare il valore socializzante e aggregativo della musica d’assieme praticata fin dalla più tenera età. Quest’esperienza è stata quindi illuminante nella gestione di alcuni cambiamenti presso la scuola civica “Antonio Rebora” di Ovada, dove si sta cercando di trovare il giusto equilibrio tra la personalizzazione del percorso degli studi musicali di ognuno e il connubio «quasi osmotico» tra i corsi dei diversi generi musicali attraverso la musica d’assieme per tutte le età e per tutti i livelli.
Ha concluso gli interventi il maestro Mauro Vanzani, responsabile artistico dell’Accademia San Carlo, il quale ha sottolineato l’importanza della scelta degli insegnanti. Si è evidenziato come il ruolo dell’insegnante individuale sia determinante per la buona riuscita del percorso musicale di ognuno: un bravo insegnante deve avere un «fuoco vivo» che permetta di trasmettere la vera passione per ciò che si sta facendo.
Prima dell’eccellente chiusura musicale a cura del sassofonista Luigi Zuffelato con la Pequena Czarda di Pedro Iturralde è intervenuta Chiara Turati, a nome della Scuola di Musica “Lucia Bolleri”, realtà che ha ideato e curato questo incontro. Dopo aver ringraziato il pubblico, gli insegnanti che hanno suonato gli interventi musicali e i relatori, ha sottolineato come questo bicentenario debba essere visto come un nuovo punto di partenza per ulteriori cambiamenti. Ha brevemente descritto i punti forza della Scuola di Musica tra cui si citano lo staff coeso e dinamico, gli insegnanti qualificati, i progetti attivi nelle scuole, la collaborazione delle famiglie e il numero degli allievi in costante aumento (attualmente con esattezza sono 122). Non si potevano poi non menzionare gli organici della musica d’assieme: la Little Band diretta da Enrico Corsi, che è stato pubblicamente ringraziato per il prezioso ed encomiabile lavoro, e la Junior Band – organici che ogni estate rafforzano la loro coesione sociale e musicale durante i giorni di studio del Playground. L’incontro si è concluso con un pensiero forse al momento quasi utopistico ma, «festeggiato forse da coloro che avranno la fortuna di vedere il 300° anniversario»: la nascita di un’orchestra sinfonica che possa affiancare e completare l’attuale Orchestra di Fiati proprio nella città dell’illustre maestro Gasparo da Salò. Con questo sogno nel cassetto si ricomincerà l’indomani con il quotidiano e certosino lavoro di gestione della Scuola, per garantire un futuro alla tradizione della musica per tutti nella ridente cittadina di Salò.
Chiara Turati