È nel corso di una ricognizione delle carte di professione di Rodolfo Vantini di proprietà del Comune, depositate da diversi anni all’Archivio di Stato, che mi sono imbattuto in un elegante disegno sul quale, con nitida sicurezza, era delineato il fronte principale di una casa; casa non di grandi dimensioni ma senz’altro abitata da gente agiata, probabilmente dedita a borghesi commerci.
Il disegno, benché conservato nell’archivio Vantini, è di mano di Luigi Donegani: ottimo professionista da includersi tra gli architetti che, per comodità di catalogazione, chiamiamo neoclassici. L’elaborato è privo di qualsiasi indicazione eccettuata la firma e il visto dell’allora Commissione d’Ornato: “Visto dalla Commissione d’Ornato Il Presidente Sabatti”, controfirmato Carini.
Un dato era certo il progetto, inerente l’innalzamento e il rinnovo del prospetto, era riferibile a un edificio cittadino. Complice la fortuna e la cortesia di una frequentatrice appassionata della nostra sala studio abbiamo individuato, grazie alla pratica tuttora conservata, la casa oggetto dell’intervento di Donegani. L’edificio ha, nonostante gli anni trascorsi, mantenuto i caratteri e l’algida grazia del maturo neoclassicismo.
Non vi dirò, e qui parte il gioco, né chi volle la casa né dove si trova. Cercatela tra le vie del centro cittadino: camminate sapendo di farlo in un contesto unico al mondo, superate la banalità del quotidiano, calmate il vostro distratto incedere e vi renderete conto che, nonostante non si lesini energia e tempo per imbruttirlo, abbiamo la fortuna di vivere in una città di eccezionale bellezza. Unico indizio, il bel fregio con “Diana cacciatrice” o non fu mai fatto o è andato perduto: rimane in ogni caso, il rettangolo dove andava a posizionarsi.
Saluti da Brescia,
Giuseppe Merlo