Un giudice e un regista in giro per l’Italia a promuovere la cultura della legalità, una tappa in provincia di Brescia, una scuola vivace, che promuove abilità trasversali e rapporti significativi con il territorio. Sono questi gli ingredienti che hanno dato vita al progetto “Educazione alla Legalità”, volto alla produzione di un cortometraggio che sensibilizzi i ragazzi a tematiche socialmente rilevanti quali legalità, sicurezza, giustizia sociale e, successivamente, al confronto con testimoni che quotidianamente lottano per promuovere tali valori. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Montichiari e, grazie al sostegno di numerosi imprenditori del territorio, viene offerta gratuitamente alle scuole.
La prima fase si è completata lo scorso novembre con la realizzazione delle riprese in una “full immersion” lunga una settimana che ha impegnato totalmente i ragazzi proiettandoli in un ambiente insolito di apprendimento, in cui si sono messi in gioco, si sono industriati a risolvere i vari problemi con creatività, puntando sul pensiero divergente, e hanno sviluppato competenze diversificate che spesso il lavoro quotidiano non riesce a valorizzare. «Non tutti hanno potuto essere protagonisti – afferma il regista Luca Moltisanti – eppure tutti hanno avuto un ruolo, artistico o tecnico, e ognuno ha compreso che il proprio contributo sarebbe stato indispensabile per la realizzazione del prodotto».
Da parte loro, i ragazzi si sono lasciati interamente coinvolgere vincendo l’iniziale timidezza e l’entusiasmo è cresciuto di giorno in giorno. «Ho scoperto lati del mio carattere che non conoscevo e forse sono anche diventata più sicura di me, senza temere il giudizio degli altri» (Martina T.). «Mi sono sentita libera, con la voglia di mandare avanti il tempo per scoprire cosa si sarebbe fatto l'indomani. Consiglio, con tutta me stessa, questa esperienza: fa provare sentimenti che non riesco nemmeno a spiegare. Sei libera, puoi esprimere tutto il tuo carattere, aumenta l’autostima facendoti sentire più importante e determinata, sviluppa la creatività e fa crescere qualcosa internamente che neanche mille ore di lezione seduta al banco ti possono trasmettere» (Camilla). «Tutti hanno messo passione e spero che la scuola continui a proporre progetti così perché creano rapporti, fanno nascere idee per il nostro futuro, ci fanno divertire, ma allo stesso tempo prendere le cose seriamente» (Martina B.).«È stato un grande motivo di crescita e di apprendimento alternativo, nel senso che non si studiano i grandi autori italiani o le lingue straniere, ma in un certo senso si impara a vivere, a diventare cittadini... non per niente si chiama progetto legalità» (Sara). «È stato affascinante vedere con i miei occhi quanto sia complicata la ripresa di un film e quanto sia strambo, e tante volte divertente, immedesimarsi in esso da protagonista» (Mattia). «Abbiamo provato molte emozioni: dal casting, con un’agitazione simile a quella delle interrogazioni, alla scena delle premiazioni, nella quale sembrava di aver veramente vinto qualcosa di importante» (Sebastiano). Sono nate nuove amicizie, molti hanno notato che alla fine delle riprese sembrava di essere un’unica grande classe e la collaborazione è stata spontanea e molto arricchente. «Penso che nessuno si sia sentito fuori posto durante quei sei giorni fantastici» (Teresa). Tutti l’hanno definita un’esperienza unica, che ricorderanno per sempre. «Sicuramente, però, ha un grande difetto: è durata troppo poco!» (Giulia).
Il cortometraggio ha per tema lo sport, uno dei veicoli più completi per la formazione visto che insegna fatica, ma anche divertimento, impegno e rispetto delle regole, collaborazione, tenacia e molto altro. «Lo sport è stile di vita» afferma convinto Massimo Lamonaca, giudice del Tribunale di Sorveglianza di Salerno, che da alcuni anni promuove nelle scuole percorsi di educazione alla legalità per conto del Ministero della Giustizia. «Crea unione nel gruppo e nel contempo insegna il rispetto per l’avversario, il tutto “giocando pulito”, senza imbrogli e scorciatoie».
Non a caso, i valori dello sport hanno ispirato il testimonial d’eccezione che parlerà agli studenti nelle mattinate di martedì e mercoledì, don Aniello Manganiello, già parroco di Scampia e fondatore dell’associazione Ultimi. In un contesto sociale difficile, il sacerdote ha affrontato a testa alta la camorra arrivando a rifiutare i sacramenti agli affiliati. Nello stesso tempo, però, ha avviato una pastorale inclusiva con squadre di calcio formate anche da figli di camorristi e da ragazzi tolti dalla strada e “salvati” grazie allo sport. Uno di loro è Marco Pirone, oggi allenatore di una delle squadre del rione, che interverrà negli incontri insieme a don Aniello. Tra gli altri relatori anche il magistrato Massimo Lamonaca e il regista del cortometraggio Luca Moltisanti, che prenderanno la parola dopo il saluto della dirigente del Don Milani Claudia Covri e del sindaco di Montichiari Mario Fraccaro.
Giovanna Gamba
Gli organizzatori ringraziano sentitamente gli sponsor: Pezzaioli srl, Moreni srl, Grondal srl, G&B di GRanti Luigi, Hidro Press, Rodolfi Giovanni Erregi Sald srl, Massardi F.lli snc, Missidenti srl, Nuova Edilizia di Fantoni F., ENS Intenational, Astori spa, Iclam srl, Garda Hotel, Carpenteria Falchetto, MTL Traporti e logistica srl, Volley Montichiari.