Esce per Edizioni GAM la prima opera dedicata alla didattica dell’arpa per chi è dislessico. L’autrice si è avvalsa della sua esperienza di insegnante al liceo musicale Gambara di Brescia per elaborare un metodo originale ed inclusivo.
La pratica dell’arpa, riconosciuta per i suoi benefici nella musicoterapia, è altrettanto utile in ambito cognitivo e si rivela perciò particolarmente adatta agli studenti con disturbi di apprendimento, tra l’altro in continuo aumento nella scuola. Cristina Ghidotti racconta come abbia cercato di mettersi nei panni dei suoi alunni, dando ampio spazio all’ascolto dell’unicità di ognuno, per aiutarli ad affrontare ostacoli che dall'esterno potrebbero sembrare insormontabili.
«Ho vissuto assieme agli allievi le loro difficoltà – sottolinea l’autrice – affinché queste si potessero tradurre in opportunità di riscatto. Ne sono scaturite strategie di problem solving per visualizzare concetti astratti della teoria musicale e altri accorgimenti per aiutare nella memorizzazione delle altezze dei suoni»
L’accostamento dell’acronimo DSA al termine concertista è un ossimoro? Cristina Ghidotti risponde decisa di no e aggiunge che non è neppure un’utopia la sfida da lei lanciata in seguito alla sorprendente esperienza didattica con una studentessa. «Se fin da piccolo – aggiunge la professoressa – ciascuno avesse un'adeguata formazione musicale ed educazione dell’orecchio, potrebbe padroneggiare la sfera sensoriale delle altezze dei suoni come ulteriore dimensione di linguaggio e opportunità per colmare i suoi deficit».
Purtroppo l’insegnamento della musica resta ancora troppo marginale nella scuola italiana e una formazione adeguata è tuttora una ricchezza riservata a pochi. Chissà che un testo di questo tipo non serva a smuovere qualcosa, e non solo per la didattica di chi ha disturbi di apprendimento.
Giovanna Gamba