140 anni di Nepente: in occasione dell’importante anniversario e per volontà dell’amministrazione comunale, il celebre vino di Oliena riannoda i legami con il poeta pescarese a cui deve il nome, grazie al viaggio che il vate nel 1882 – aveva appena vent’anni – compì in Sardegna assieme ai due amici Edoardo Scarfoglio e Cesare Pescarella. 

Il sindaco Sebastiano Congiu e l’assessore all’Agricoltura Antonio Congiu hanno incontrato a Gardone Riviera il Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri, donando con l'occasione alla Fondazione una bottiglia speciale di Nepente, celebrativa del 140esimo anniversario del viaggio del Vate a Oliena. Ma l’incontro con Giordano Bruno Guerri è servito soprattutto per porre le basi a una collaborazione sul binomio vino e d’Annunzio, primo passo della quale sarà l’evento previsto a maggio a Oliena: una giornata di studi che stimolerà la discussione sulla figura dannunziana, la sua visita in Sardegna e il percorso del Nepente negli ultimi due secoli, benchè la sua storia sia ben più datata.

“Sentiamo l’onore e l’onere di riannodare i fili della storia per tenere alta l’attenzione su uno dei nostri prodotti di punta che merita di essere valorizzato nei migliori dei modi. Dopo 140 anni ci sentivamo di restituire la visita a d’Annunzio e siamo andati a trovarlo nella sua storica dimora. Il presidente Giordano Bruno Guerri ci ha accolto con grande piacere e dimostrato un forte interesse per i nostri progetti. Un atteggiamento da subito disponibile e collaborativo che ci fa ben sperare per tante iniziative che abbiamo in serbo”, hanno detto gli amministratori.

Per il Presidente Giordano Bruno Guerri, ritornare in Sardegna con questo spirito nei luoghi dannunziani del suo primo viaggio ha un piacere davvero particolare: “Il felice incontro con gli amministratori di Oliena non è stato soltanto un'occasione per riscoprire la passione dell'astemio d'Annunzio con il nepente, unico vino a cui si sia mai interessato. Sarà anche l'opportunità di riportare d'Annunzio in quella terra, cui dedicò - giovanissimo - il suo primo viaggio, avventurosamente in barca a vela. E di riscoprire così, insieme a una zona meravigliosa della Sardegna, i suoi appassionati legami con l'isola". 

STORIE DI NEPENTE

Il 15 febbraio 1910, Gabriele d’Annunzio scrisse un articolo sul Corriere della Sera intitolato “Un itinerario bacchico”, ispirato a una lettera scritta l’anno prima da Marina di Pisa ad Hans Barth, giornalista tedesco residente a Roma e profondo conoscitore dei vini italiani. Nell’articolo, d’Annunzio fa un elogio di questo vino rosso-rubino chiamandolo aulicamente Nepente (dal greco “ne” = non e “penthos” = tristezza, nessuna tristezza, ma conosciuto prosaicamente fino ad allora come “su vinu de Uliana”), e afferma che lui “acquatile” non potrebbe dare al Barth notizie delle taverne pisane ma, ricordando un suo viaggio giovanile in Sardegna, afferma che, se l’amico gli farà visita: “…io vi prometto di sacrificare alla vostra sete un boccione d’olente vino d’Oliena serbato da moltissimi anni in memoria della più vasta sbornia di cui sia stato io testimone e complice... Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i sardi chiamano Domos de janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo. Io non lo conosco se non all’odore; e l’odore, indicibile, bastò a inebriarmi…A te consacro, vino insulare, il mio corpo e il mio spirito ultimamente….Possa io fino all’ultimo respiro rallegrarmi dell’odor tuo, e del tuo colore avere il mio naso sempre vermiglio. E, come il mio spirito abbandoni il mio corpo, in copia di te sia lavata la mia spoglia, e di pampini avvolta, e colcata in terra a piè di una vite grave di grappoli; ché miglior sede non v’ha per attendere il Giorno del Giudizio”.