Continua il racconto dei viaggi di gioventù del nostro amico, classe 1925, con la fedele bicicletta per le strade bresciane del secolo scorso. La tappa di oggi si snoda fra Pratello e Padenghe.
Lasciato Pratello e raggiunta la strada provinciale per il lago, trovai un contadino seduto su un masso; aveva tra le gambe un rastrello sul cui manico teneva sovrapposte le mani e su queste appoggiava il mento. Come mi vide, mi rivolse la parola:
C.: «Che ure ele?».
P.: «Le nöf e mesa». Ne approfittai per fare a mia volta una domanda. «Endo al chel senter che?».
C.: «A la cisulina».
P.: «Ghai fat sö ’na cisulina? Come se ciamela?».
C.: «Se ciao, de be e bela che i l’ha fada, l’è ècia come el cuco, la se ciama S. Emiliano».
P.: «Se pöl vidila?».
C.: «Se certo, s’el ga oia l’è che a du pas».
P.: «Alura no prope a vidila».
(C.: «Che ore sono?». P.: «Le nove e mezza. Dove conduce questo sentiero?». C.: «Alla chiesetta». P.: «Hanno edificato una chiesetta? Come si chiama?». C.: «È da un sacco di tempo che l’hanno costruita, è vecchissima, si chiama S. Emiliano». P.: «Si può visitarla?». C.: «Sì certo, se ha voglia è a due passi da qui». P.: «Allora vado proprio a vederla»).
Pur essendo costruita con sassi e senza intonaco, con un piccolo campanile ed una minuscola campana, la chiesetta mi stupì per la sua elegante semplicità. Lieto di questa bellissima scoperta recitai un’Ave Maria, riproponendomi di ritornarvi a breve.
Quella mattina non c’era verso di raggiungere il lago: tornato sulla provinciale, vidi infatti una santella con un cartello indicava la salita per il castello. Era come invitare le oche a bere! Decisi di visitare anche quello. Di sorpresa in sorpresa, non era un fortilizio come avevo immaginato, bensì un castello recetto con all’interno molte casette dovela gente si rifugiava quando le soldataglie combattevano nel paese sottostante. Un po’ deluso dalla semplicità del luogo, mi affacciai alla balconata e venni gratificato da una meravigliosa veduta del paesaggio tra le dolci colline moreniche con il bellissimo lago, fino a Sirmione.
Peppo Cinquepalmi
Le puntate precedenti: La nostra terra... con gli occhi di Peppo: Rezzato; La nostra terra... con gli occhi di Peppo: Pontenove di Bedizzole; La nostra terra... con gli occhi di Peppo: i Morti della Selva e La nostra terra... con gli occhi di Peppo: Pratello.