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Ormai è una piacevole consuetudine per tutti noi: le riflessioni del fine settimana della nostra collaboratrice Ariel.

Ieri, oggi, domani. Un movimento che si ripete all'infinito nella forma mai nella sostanza.

In ogni occasione pensi che trarrai vantaggio dall'esperienza già vissuta, ma poi, inaspettatamente, cambia un solo piccolissimo elemento e tutto si modifica e ti coglie impreparato.

Succede questo per avvenimenti, iniziative, episodi o eventi e - secondo me - è poco grave. Gli avvenimenti, le iniziative, gli episodi o gli eventi, seppur modificati, si gestiscono con intelletto e intelligenza, calma e strategia. 

Le implicazioni diventano complesse, alle volte delicate o fonte di sofferenza, quando - al posto delle oggettive situazioni - sono gli animi a non abituarsi alle storture che, pur modificandosi di volta in volta, lasciano sempre quel doloroso e profondo senso di malessere e disorientamento, diverso, evoluto, celato eppure sempre profondamente negativo, un profondo graffio dell'anima, mai parato dai dolori e dalle esperienze passate. 

Perché oggi vi scrivo questo? Perché oggi sono molto felice e piena di bellissime sensazioni e proprio in questo stato di beatitudine ho il dovere di segnare, rimembrare, evidenziare i pochi o tanti buchi neri di una umanità multiforme e composita.

Ariel