Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica – DICATAM dell’Università degli Studi di Brescia e la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda presentano l’Accordo-quadro di collaborazione sul tema “Studio, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, paesaggistico, archivistico, librario, artistico e museale di proprietà della Fondazione Ugo Da Como”. L’Accordo rilancia e formalizza in un quadro unitario i vari rapporti di collaborazione sorti in anni passati fra singoli docenti del DICATAM dell’Università di Brescia e la Fondazione Ugo Da Como. In ambito storico-architettonico vanno ricordate le ricerche condotte dalla prof.ssa Irene Giustina a partire dal 2011, sia nell’ambito di progetti di rilevanza nazionale finanziati dal Ministero dell’Università, sia su temi più specifici come quello relativo al progetto per il monumento ad Arnaldo da Brescia, e quelle svolte anche attualmente e aventi ad oggetto il Fondo archivistico e librario Tagliaferri, donato alla Fondazione dagli eredi della famiglia nel 2010. Un’attività di studio e di ricerca che, oltre alla valorizzazione del fondo archivistico, ha contribuito a mettere in evidenza l’importanza dell’opera di Antonio Tagliaferri e l’influenza che egli ha avuto in ambito lombardo sulla edilizia residenziale borghese di fine secolo diciannovesimo. All’archivio Tagliaferri, che si è rivelato una fonte molto ricca per la storia architettonica e urbanistica di Brescia e della provincia, si è poi affiancato il deposito del Fondo Nocivelli che comprende 184 opere monografiche per un totale di 400 volumi riguardanti l’architettura, l’archeologia e l’antiquaria. L’archivio Tagliaferri, il Fondo Nocivelli, unitamente alla biblioteca, costituiscono un patrimonio che la Fondazione Ugo Da Como intende rendere sistematicamente accessibile agli studenti laureandi del DICATAM e in particolare a coloro che hanno intrapreso il percorso magistrale. Responsabile delle attività previste dall’Accordo in relazione ai contenuti scientifico – disciplinari della Storia dell’architettura è indicata la prof.ssa Irene Giustina.

Sul versante del restauro e della conservazione dei beni architettonici della Fondazione Ugo Da Como si ricordano le collaborazioni instaurate a partire dal 2012, dapprima con il prof. Gian Paolo Treccani e successivamente con il prof. Ezio Giuriani, per interventi sulla cinta muraria esterna della Rocca e per il recupero del quartiere medievale della Cittadella in Lonato, finalizzato alla realizzazione di un albergo diffuso. La Fondazione è impegnata nella costante verifica dello stato conservativo della Casa del Podestà, degli edifici della Cittadella e in particolare del circuito murario della Rocca, per la quale vanno messe in campo competenze di geologia applicata, tecnica delle costruzioni, rilievo e di restauro architettonico. Competenze che operano nell’ambito del DICATAM e che ritrovano possibilità applicative nel patrimonio immobiliare della Fondazione, con benefici effetti per entrambi gli Enti che hanno dato vita all’Accordo. La Fondazione può infatti fare affidamento su un panel di esperti in grado di valutare lo stato di conservazione del proprio patrimonio architettonico, di suggerire gli interventi che si rendano necessari e di proporre le linee di sviluppo di un piano integrato di restauro in grado di valorizzare detto patrimonio. L’Università può d’altro canto trarre da questa collaborazione positive ricadute, sia in termini di avanzamento della ricerca applicata, sia di efficacia dell’attività didattica: i docenti del DICATAM hanno la possibilità di sperimentare sul campo l’applicazione delle tecniche diagnostiche o delle metodiche di intervento sulle quali si incentra la loro ricerca, mentre agli studenti viene offerta la possibilità di sottoporre a verifica le competenze teoriche acquisite, con la Rocca di Lonato che si trasforma in una speciale aula universitaria. La responsabilità per i contenuti scientifico – disciplinari inerenti il settore del restauro è attribuita alla prof.ssa Carlotta Coccoli.

Sul punto l'intervento della professoressa Carlotta Coccoli:

 

Prima di affrontare più nel dettaglio gli aspetti che riguardano nello specifico la cura del prezioso patrimonio immobiliare della Fondazione Ugo da Como, permettetemi di ricordare la figura centrale del professor Gian Paolo Treccani (ordinario di Restauro del nostro dipartimento), che grazie a pregressi rapporti di reciproca stima con la Fondazione, promosse nel 2011 la stipula della prima Convenzione fra i due enti a cui volle imprimere fin da subito una solida impronta interdisciplinare chiamando la professoressa Irene Giustina a condividerne con lui la responsabilità scientifica.

Questa interdisciplinarità – che caratterizza fortemente la disciplina del Restauro architettonico – ha consentito negli anni successivi non solo di affrontare e risolvere (con i colleghi di riabilitazione strutturale, in particolare col prof. Ezio Giuriani) alcune problematiche di tipo conservativo che si sono tradotte in interventi sulla cinta muraria esterna della Rocca, ma di ampliare il campo anche alla sperimentazione di ipotesi di riuso e valorizzazione degli edifici del quartiere della Cittadella attraverso un progetto di albergo diffuso.

Mi piace ricordare che attorno a questi temi (a cui tra l’altro sono stati dedicati convegni, mostre e pubblicazioni), non si sono solo confrontati esperti di vari ambiti disciplinari (da quelli più eminentemente architettonici e ingegneristici, a quelli economici), ma anche i nostri studenti e laureandi, per i quali questo patrimonio storico-architettonico e queste tematiche hanno costituito e costituiranno anche in futuro un’eccezionale palestra di sperimentazione e di verifica pratica dei saperi acquisiti sui banchi universitari.

Guardando però alle prospettive future, vorrei spendere 2 parole per illustrare le rinnovate premesse sulle quali – per ciò che attiene il campo del Restauro – questo Accordo-quadro si basa.

Chi ha l’onore di detenere un patrimonio storico-architettonico e paesaggistico come quello della Fondazione, ha anche l’onere della sua conservazione e della sua valorizzazione.

Naturalmente questo comporta un notevole sforzo non solo economico, ma ancora prima direi “culturale”: richiede una visione complessiva che inquadri in una prospettiva ampia e a lungo termine, una serie di operazioni finalizzate alla cura, ma anche a una fruizione consapevole di questo patrimonio.

Purtroppo, in Italia siamo ancora troppo abituati a intervenire in situazioni di emergenza, ad affrontare un problema quando ormai si è manifestato, a danno ormai avvenuto.

Che nel campo del Restauro significa, per esempio, intervenire dopo un crollo, cosa che determina tra l’altro (oltre alla perdita spesso irrimediabile del bene), anche situazioni di ulteriore rischio, che richiedono quindi di “fare presto”, cosa che di solito poco si accorda con il “fare bene”.

Il necessario cambio di paradigma (condiviso con la Fondazione e applicato nella recente consulenza sullo stato di conservazione del circuito murario della Rocca) si basa su un concetto molto semplice ma altrettanto essenziale, cioè che “prevenire sia meglio che curare”, che – tradotto nel nostro caso – significa garantire un controllo e un monitoraggio costanti dello stato di conservazione di questo patrimonio architettonico.

Per fare questo non è sufficiente la competenza di un singolo esperto, ma è un processo che richiede invece, a seconda dei casi, il coinvolgimento di diverse discipline (dalla storia, al rilievo, alla geologia, alla riabilitazione strutturale, alla diagnostica) che – con il coordinamento dell’esperto di Restauro – concorrono a fornire un quadro conoscitivo (il più esaustivo possibile) della situazione conservativa, necessario per impostare e affrontare correttamente la fase progettuale.

Sulla base di questi dati conoscitivi, la Fondazione potrà programmare le future attività (di manutenzione o di restauro vero e proprio), partendo da quelle definite più urgenti in base agli approfondimenti condotti. 

In quest’ottica, la necessità di poter contare su un team di esperti di discipline diverse e altamente specialistiche ha fatto sì che il dipartimento DICATAM fosse individuato come l’interlocutore naturale per la definizione di un “piano di conservazione programmata” del proprio patrimonio architettonico che la Fondazione sta avviando, e che quindi ci vedrà collaborare nei prossimi anni in base a un programma piuttosto articolato e ambizioso dal quale ci aspettiamo di ottenere non solo un utile supporto alle fasi decisionali della Fondazione, ma anche interessanti ricadute sul piano dei risultati scientifici e didattici.