La vita e le scelte di sei donne indiane che si incontrano per caso durante un viaggio notturno e si scambiano confidenze mettendo a nudo la propria anima, fino a scendere dal treno diverse da quando vi sono salite.
Il libro mi è stato consigliato da Nicoletta, lettrice raffinata di storie femminili (che ringrazio), e questo è bastato per tuffarmi a capofitto fra le sue pagine. Ho conosciuto donne apparentemente lontane per cultura e tradizioni, ma che in realtà potrebbero abitare in ogni tempo e ad ogni latitudine. La cornice ruota intorno ad Akhila, quarantacinquenne single vissuta sempre a servizio degli altri: prima deve aiutare la madre a crescere e sistemare i fratelli quando il padre muore prematuramente, poi deve accudire la stessa madre, infine si ritrova fagocitata nella vita familiare della sorella che la sfrutta anche economicamente. Il tipo di donna, insomma, che fa quello che ci si aspetta da lei e tutto il resto lo sogna. Finché un giorno dice basta, acquista un biglietto di sola andata per un paesino sul mare e parte per cominciare una nuova vita, anche se tormentata da un dubbio: può una donna vivere e, soprattutto, essere felice senza un uomo accanto?
Una ad una le sue compagne di viaggio, cui ha rivolto il quesito, raccontano la loro storia e il lettore le segue nei continui spostamenti spazio-temporali che le hanno rese ciò che sono, con diversi traguardi e infelicità, con vuoti da colmare e desideri a volte ancora inespressi. Nessuna, tuttavia, pretende di dare una risposta perché la decisione finale spetta solo ad Akhila. Ci sono la donna anziana accudita dal marito al punto da vivere sotto una campana di vetro; l’insegnante di chimica sposata a un uomo individualista e arrogante, che abbina a ogni persona elementi e composti chimici prendendosi alla fine la propria rivincita; la moglie di un gioielliere decisa e sicura di sé, che ha smorzato a lungo la sua naturale effervescenza quando la situazione stava per sfuggirle di mano; una ragazzina lucida e sensibile, in particolare sintonia con la nonna morente e infine una donna vittima della prepotenza e della violenza maschile, costretta a portare per anni un fardello pesantissimo. Non tutte le storie sono tracciate con la stessa intensità, tuttavia la complicità tra donne consapevoli di non doversi incontrare mai più genera riflessioni profonde insieme a un’intimità solidale particolarmente accesa. L'intesa tra le viaggiatrici trascende infatti dalle loro differenze sociali, culturali ed economiche.
La vita delle donne indiane, tra sari e cavigliere tintinnanti, in continua tensione tra il rispetto delle tradizioni e il desiderio di emancipazione, si rivela in realtà non molto dissimile dalla vita di ognuna di noi, in perenne ricerca dell’equilibrio tra quotidianità che incombe e bisogni, aspettative, desiderio di realizzazione personale. Una delle protagoniste sente di aver ritrovato se stessa quando impara a stare a galla da sola in piscina, senza l’aiuto di nessuno: di sicuro vale anche per noi e il nostro stare a galla nella vita. Simpatiche, infine, le ricette indiane raccolte alla fine del volume.
Giovanna Gamba
A. NAIR, Cuccette per signora, Neri Pozza 2009 (India 2001).