C'è ancora molta strada da fare per la parità di genere nelle STEM anche a Brescia. In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, le Università di Brescia con il sostegno del Comune hanno organizzato l’evento “Alate: donne in volo nella scienza” in programma martedì 11 febbraio alle 9:15 presso il Teatro Sociale di Brescia.
Nel contesto globale, la partecipazione femminile ai livelli di educazione universitaria sta aumentando in modo significativo. Tuttavia, se stringiamo il focus e osserviamo la partecipazione femminile nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), si continua a registrare a livello globale un significativo divario di genere. Incidono su questo alcuni fattori, tra i quali l’erronea convinzione culturale che i ragazzi e gli uomini siano più portati delle ragazze e delle donne a studi di tipo tecnico-scientifico.
Se nelle scienze umane le donne sono presenti in numero elevato e spesso maggioritario, nelle discipline STEM il numero di ragazze che decidono di specializzarsi è infatti ancora molto ridotto sin dalle prime fasi dell’istruzione. Nei singoli contesti nazionali, tale divario varia ed incide in modo più o meno consistente, ma secondo i dati delle Nazioni Unite, ancora oggi le donne e le ragazze costituiscono circa un terzo delle persone laureate in ingegneria e il 40% di quelle laureate in informatica e computer science.
Inoltre, analizzando più specificamente il campo della ricerca, la percentuale femminile di ricercatrici, stimata intorno al 33,3%, si trova in condizioni più svantaggiose rispetto ai colleghi ricercatori. I contesti accademici spesso non considerano le differenze di genere che ancora incidono sulle progressioni nella carriera soprattutto quando agli incarichi professionali si affiancano ruoli di cura nella vita privata, la cui conciliazione è ancora oggi principalmente a carico delle donne. Per descrivere questo fenomeno di progressivo abbandono delle carriere scientifiche da parte delle donne, viene spesso utilizzata la metafora della “leaky pipeline”, letteralmente “tubo che perde”: se è vero che si registra un lieve incremento di donne iscritte a percorsi universitari afferenti le discipline STEM, è anche vero che in poche procedono il percorso nell’ambito della ricerca raggiungendo le posizioni apicali. E questo nonostante i risultati, quali il voto di laurea e la durata del percorso di studi, siano, come confermano i dati di Almalaurea, migliori di quelli conseguiti dai colleghi uomini. La leaky pipeline rappresenta quindi quella lenta fuoriuscita di professioniste dal mondo della ricerca che, complici diversi fattori, determina di fatto una progressiva perdita di talenti femminili e di forze di innovazione.
Questa fotografia è rappresentativa dei trend dei due atenei presenti sul territorio bresciano. L'Università degli Studi di Brescia, ateneo che mantiene una spiccata vocazione STEM, analizza questi dati attraverso le lenti del Bilancio di Genere. Questo strumento, pubblicato nella sua edizione aggiornata nel 2024, mette in luce situazioni di segregazione orizzontale ovvero di una sottorappresentanza delle donne in determinati settori disciplinari dell’area STEM. Ad esempio, i corsi offerti dall’area ingegneristica hanno una popolazione quasi esclusivamente maschile con una percentuale che oscilla dal 93,1% di ingegneria dell’automazione al 63,3% di ingegneria civile ed ambientale. Fra tutti i corsi di laurea, 18 sono quelli a prevalenza maschile (51,4%) contro i 12 a prevalenza femminile (34,3%) e 5 neutri rispetto al genere. Guardando ai percorsi di dottorato, le dottorande sono 125 su 174 uomini. Inoltre, pur registrando una maggiore presenza delle donne ai livelli più bassi dell’organigramma istituzionale, quando si osservano i dati nella progressione di carriera, emerge una netta diminuzione della presenza femminile nei ruoli più elevati, come evidenziato dalla bassa percentuale di professoresse ordinarie. Il divario di genere prosegue anche sul fronte della retribuzione: le ex studentesse, ad un anno dalla laurea e a parità di competenze, ruolo e mansioni, hanno retribuzioni inferiori rispetto ai colleghi maschi e tale differenza aumenta col tempo (ad esempio, a 5 anni una laureata magistrale in Ingegneria prende 1.790 euro contro i 1.937 del collega).
L’Università Cattolica del Sacro Cuore nella città di Brescia ha una sola facoltà scientifica rappresentata da Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Nell’anno 2023-24 gli iscritti ai corsi di laurea in Matematica, Fisica e Data science evidenziavano una presenza femminile pari a quella maschile, mentre nell’anno in corso rivede le studentesse (46%) in lieve minoranza rispetto ai colleghi maschi (54%). La situazione per quanto riguarda il dottorato internazionale in Science vede un significativo cambio di rotta con un numero di dottorande (22%) in minoranza rispetto ai dottorandi (78%). Nella progressione di carriera, poi, il trend ricalca quello nazionale con una presenza femminile inferiore rispetto a quella maschile.
Se invece allarghiamo lo sguardo su tutte le facoltà presenti nella sede di Brescia, con corsi di laurea di natura prevalentemente di natura umanistica, vediamo che le femmine sono al 78% rispetto al 22% dei maschi. Da molti anni ormai la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali ha attivato una serie di iniziative come la Disfida matematica femminile riservata alle studentesse delle scuole superiori, perché anche le ragazze come i loro compagni maschi possano credere nelle proprie capacità scientifiche e immaginarsi un futuro da scienziate.
Nell’ambito delle sue competenze, anche il Comune di Brescia si è attivato per tentare di recuperare questo divario di partecipazione alle materie STEM fin dalla tenera età. È partito proprio in questo anno educativo, all’interno dei servizi per l’Infanzia 0-6 anni del Comune di Brescia, il progetto “Stem in genere”, ideato e promosso dall’Università degli Studi di Brescia nel 2022 in linea con gli obiettivi del Gender Equality Plan 2022-2024 e con il supporto di LOG- Laboratorio Osservatorio Studi di Genere. Il progetto “Stem in genere” intende promuovere la diffusione di metodologie didattiche innovative basate sulla risoluzione di problemi reali e sull’innata curiosità e desiderio di apprendere dei bambini e delle bambine per lo sviluppo di competenze matematico-scientifico-tecnologiche e un approccio critico e riflessivo ai problemi del mondo. Inoltre, vuole sensibilizzare ed educare il mondo adulto e le bambine e i bambini al superamento degli stereotipi di genere e delle discriminazioni, che sono ancora motivo di una scarsa propensione a sostenere le bambine nella scelta di percorsi di studi di tipo scientifico. Infine, si propone di monitorare l’impatto dell’adozione di un approccio alle discipline scientifiche fin dalla primissima infanzia, grazie a una valutazione longitudinale.
Per proseguire nella sensibilizzazione di giovani e giovanissimi sul tema, l’Università degli Studi di Brescia (Commissione Genere nell’ambito del progetto STEM in Genere) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Commissione Pari opportunità e facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali), con il sostegno del Comune di Brescia (Commissione Pari Opportunità) ha organizzato l’evento “Alate: donne in volo nella scienza” per celebrare la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Il Ministero dell’Università e della ricerca ha infatti istituito dal 4 all'11 febbraio di ogni anno, la "Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche” al fine di sensibilizzare e di stimolare l'interesse, la scelta e l'apprendimento delle discipline STEM.
L’evento si svolgerà martedì 11 febbraio al Teatro Sociale del CTB, dalle 9 alle 13, con talk, momenti di spettacolo e di intrattenimento, rivolto alle classi delle scuole secondarie di secondo grado di Brescia e Provincia. La mattinata sarà aperta dai saluti del Rettore dell’Università degli Studi di Brescia Francesco Castelli, dall’Assessora con delega alle Pari Opportunità Anna Frattini, dalla Delegata alle Pari Opportunità dell’Università Cattolica Raffaella Iafrate, e dalla presidente uscente Commissione Genere Mariasole Bannò.
Seguirà lo spettacolo teatrale “Sei donne che hanno cambiato il mondo” di e con Gabriella Greison che racconta la storia di sei donne che, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, hanno aperto la strada nel mondo della scienza alle altre, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini.
Nella seconda parte della mattinata sono previsti momenti di confronto con ricercatori e ricercatrici dell’Università degli Studi di Brescia e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e un gioco a quiz a premi.