La Giunta comunale di Desenzano del Garda ha deliberato l’autorizzazione al sindaco a promuovere causa avanti al Tar del Lazio per la linea ad alta velocità/alta capacità (AV/AC) Torino-Venezia, tratta funzionale Brescia-Verona.

 

In particolare il ricorso fa riferimento alla verifica di ottemperanza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che, in data 22 febbraio 2016, ha con proprio decreto rilasciato l’autorizzazione all’ottemperanza alle prescrizioni del Decreto Cipe del 2003 al Consorzio Cepav Due per la realizzazione della linea ad alta velocità/alta capacità Torino-Venezia, tratta funzionale Brescia-Verona.

Con tale ricorso il Comune di Desenzano punta a ottenere l’annullamento dei provvedimenti ministeriali e del Cipe di approvazione delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione della linea.

Il ricorso verrà proposto unitamente ai Comuni di Pozzolengo, Ponti sul Mincio, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona e Sommacampagna.

Per la difesa e la tutela degli interessi del Comune sono stati incaricati l’avvocato Maurizio Sartori dello Studio legale Sartori di Verona e l’avv. Mario Sanino di Roma. 

La Giunta di Desenzano ha altresì espresso parere contrario alla reiterazione del decreto degli espropri, qualora venisse interpellata in merito da Regione Lombardia.

«Fin dal suo insediamento, nel giugno 2012 – ricorda il sindaco Rosa Leso – l’Amministrazione comunale di Desenzano ha affrontato il tema Tav in una logica propositiva, chiedendo prima una nuova valutazione di impatto ambientale (Vas) del progetto ormai risalente al 2003, successivamente formulando una rivisitazione dello stesso e proponendo di utilizzare la linea storica con un progetto di potenziamento tecnologico che permettesse il passaggio dei treni AV/AC. Numerose osservazioni sono state inviate al Ministero anche rispetto alla logistica e alla cantierizzazione. Ciò al fine di salvaguardare il territorio (aspetti paesaggistici, archeologici, idrogeologici) e l’economia locale che vede molte aziende vitivinicole e zootecniche, in particolare l’azienda Serraglio, pesantemente penalizzate dalla realizzazione di questa infrastruttura».