Sono una delle attrazioni singolari del centro storico di Gargnano. Per notarle bisogna alzare lo sguardo, camminare almeno un po' con il naso all'insù. Sono le 32 palle di cannone fissate nelle facciate dei palazzi che si affacciano sul vecchio porticciolo. La loro origine è stata illustrata l'altra sera, nel 150esimo anniversario dell'evento, dallo storico gargnanese Bruno Festa (brillantemente coadiuvato per la traduzione in inglese dal figlio Andres).
Si replica l'8 agosto, sempre alle ore 21. Con una conferenza di un'ora sotto il portico dell'ex municipio, a cui hanno fatto seguito una breve visita al centro storico e un gustoso assaggio di prodotti locali, Festa ha spiegato l'origine di quelle palle di cannone, in ferro, ognuna del peso di 20-30 chilogrammi. Il tutto risale alla sera del 19 luglio del 1866: nella III guerra d'Indipendenza l'Italia aveva già incassato le batoste di Custoza e di Lissa, ma sulla riviera gardesana stavano acquartierati ancora 38mila garibaldini, pronti a seguire Garibaldi nella sua vittoriosa risalita lungo le Valli Giudicarie fino a Bezzecca, dove l'Eroe dei due mondi pronunciò il celebre "obbedisco" e fece dietrofront.
In quei giorni Gargnano, dove i garibaldinini erano ammassati, aveva già subito bombardamenti navali (nei porti della sponda veronese stazionavano sei cannoniere austriache, forti di 48 pezzi da fuoco). La sera del 19 luglio avvenne il più grave: due cannoniere inseguirono un piroscafo, partito da Salò, che trainava una chiatta carica di 100mila razioni di cibo destinate ai soldati di Garibaldi. Ne nacque un pesantissimo bombardamento a base di proiettili e bombe incendiarie. Il paese era stato fortunatamente evacuato e le vittime furono solo tre (di cui due, pare, colpite da fuoco amico). Molte vecchie case del centro di Gargnano ne risultarono distrutte.
Ingenti i danni, che Garibaldi a fine guerra ristorò per meno di un terzo. Però al momento della ricostruzione i gargnanesi vollero ricordare quella pagina drammatica fissando, nelle facciate ricostruite, 32 proiettili che erano stati recuperati. Di qui quella singolare decorazione delle facciate, che tanti interrogativi e tanta curiosità suscita nei turisti di oggi.
Odoardo Resti