Un nuovo contributo della nostra naturopata Francesca Scalmana. Oggi per le erbe in Valsabbia parliamo della Rosa canina
LA ROSA SELVATICA
Si fa presto a dire Rosa… e di varietà ce ne sono tante. In questa sede parlerò della Rosa selvatica (nome botanico: Rosa Canina). E’ un arbusto cespuglioso con fusti che raggiungono anche i tre metri in parte eretti e in parte ricadenti ricoperti da spine robuste, ,le foglie sono di forma ovale a margine dentato, fa parte della famiglia delle Rosacee (come il ciliegio, il melo…) All’inizio dell’estate compaiono i fiori composti da 5 petali da un delicato colore bianco-rosato e da un profumo non troppo intenso. Si trova un po ovunque in campagna ma anche nei boschi fino a circa 1500 mt di altitudine e soprattutto preferisce degli spazi incolti, vicino a siepi e ruderi.
I petali si raccolgono dalla primavera all’estate inoltrata.
Le bacche rosse e carnose vengono raccolte dopo la prima gelata autunnale.
PARTI UTILIZZATE: fiori, gemme, pseudofrutti o cinorroidi (bacche)
PROPRIETÀ': Nelle bacche è contenuta una buona quantità di vitamina C , vitamina A e parte del complesso della vitamina B. Aumenta le difese immunitarie e migliora la circolazione del sangue.
I fiori sono ricchi di tannini e olio essenziale.
AVVERTENZA: dosi elevate di vitamina C possono provocare evacuazioni frequenti.Non utilizzare con l’Uva ursina in quanto ne riduce l’efficacia.
La pianta si può utilizzare in diversi modi:
● TM (tintura madre) o MG (macerato glicerinato) indicato per:
carenze di Vit. C, affezioni alle prime vie respiratorie, otiti, riniti, tonsilliti, come stimolante del sistema immunitario e per affaticamento dovuto a stress o troppo esercizio fisico.
Ottima per i bambini come apporto di vitamina C.
Posologia: attenersi al consiglio del medico.
● TISANA infuso di bacche (5/10 bacche per tazza) da far bollire solo 2 minuti.
Da sorseggiare durante la giornata. ottimo vitaminizzante.
decotto di fiori da utilizzare: tiepido come compressa per ferite ulcere e scottature; freddo da applicare con dei dischetti per occhi infiammati e picchiettato sulla pelle come tonico rivitalizzante.
CURIOSITÀ’ :
I nomi stranieri della pianta
Inglese: Wild Dog Rose , Hip Rose
Francese: Agalancè, Rose de Sorcière
Tedesco: Dornrose, Hundsrose
Spagnolo: Agavanzo, Zarzarrosa, Galabardera
L’origine del nome è un pò incerta. Sembra che i Romani abbiano preso dai Greci il nome rhodon che ha un etimologia controversa in quanto può indicarne il colore ma anche l’isola di Rodhos. il nome della specie “canina” deriva sicuramente da cùon che significa cane, infatti la rosa del cane citata da Plinio nella sua “Naturalis Historia”, veniva utilizzata per curare chi veniva morso da un cane con la rabbia.
Il termine dialettale con cui sono conosciute le bacche nelle nostre zone è “stopacui” o “stopacul” in quanto le stesse se assunte in alte quantità hanno poteri astringenti.
Marmellata di rosa canina
• 500 g di bacche di rosa canina
• 2 chiodi di garofano
• la buccia di 1 limone grattugiata
• 200 g di zucchero di canna
• 1 cucchiaio di succo di limone
• 1 pizzico di cannella macinata
Procuratevi 500 g di cinorrodi, privateli del gambo, lavateli bene.
Divideteli a metà togliendo i semini e soprattutto i piccoli peli urticanti al loro interno.
Metteteli in una pentola con circa 350 ml di acqua, lo zucchero e portate a ebollizione.
Fate cuocere per circa 10 minuti, aggiungete il succo di limone e la buccia grattugiata, i chiodi di garofano e fate cuocere a fiamma moderata mescolando spesso.
Quando il composto inizia ad addensarsi unite la cannella.
Cuocete ancora per 10 minuti, fate la prova del piattino e invasate per la conservazione.
(ricetta tratta dal libro “Confetture al naturale” - Terranuova ed.)
Francesca Scalmana
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Naturopata