In questi giorni a Roma, presso la Prima Commissione Finanze del Senato, i rappresentanti di Associazione Industriale Bresciana, insieme ai parlamentari bresciani, hanno incontrato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, on. Giancarlo Giorgetti, per portare all’attenzione del nuovo Esecutivo il nodo del raccordo autostradale della Valtrompia, con l’obiettivo di ottenere certezze circa l’accordo raggiunto lo scorso giugno tra Anas e Salc per l’avvio dei lavori per realizzare l’opera e riguardo alle caratteristiche del progetto definitivo.

In rappresentanza di Aib sono intervenuti Tiberio Assisi, componente del Consiglio di Presidenza dell’Associazione, Luciano Cropelli, coordinatore della zona AibValtrompia/Lumezzane, e il direttore generale, Marco Nicolai.

Insieme a loro i parlamentari bresciani Alfredo Bazoli, Marina Berlinghieri, Simona Bordonali, Giuseppe Donina, Paolo Formentini, Mariastella Gelmini, Eva Lorenzoni, Adriano Paroli, che il 6 giugno scorso – grazie in particolare al prezioso lavoro di raccordo sul territorio svolto dall’on. Stefano Borghesi, anch’egli presente all’incontro di oggi al Senato – avevano sottoscritto una lettera indirizzata al Governo per chiedere un urgente incontro al fine di superare gli ostacoli che impedivano l’affidamento dei lavori. Erano presenti anche i vertici di Anas,con l’amministratore delegato, Gianni Vittorio Armani, il direttore progettazione e realizzazione lavori, Stefano Liani, e il direttore affari istituzionali, Emanuela Poli.



Durante l’incontro, l’ad di Anas ha confermato che il contratto per l’affidamento dei lavori per la realizzazione dell’opera è ora in fase di definizione e che potrebbe essere sottoscritto entro 15 giorni al massimo. Questo consentirebbe l’avvio dei lavori a settembre. Da Anas sono giunte inoltre rassicurazioni circa il fatto che le disponibilità finanziarie siano sufficienti alla realizzazione dell’infrastruttura così come modificata per renderla più funzionale rispetto al lotto originario, in quanto si collegherebbe al sistema viario di Sarezzo e Lumezzane a nord e al raccordo Gussago-Ospitaletto a sud. Proseguirà intanto il dialogo con le amministrazioni locali, mentre la riunione di oggi è stata aggiornata al prossimo 31 luglio per una verifica dei progressi nell’iter per la realizzazione del raccordo autostradale.



“Un impegno portato avanti con grande determinazione da Aibinsieme ad altre undici organizzazioni territoriali, che rappresentano il nostro tessuto produttivo, il supporto delle istituzioni e dei parlamentari bresciani, capaci di andare oltre gli schieramenti politici e agire nell’interesse del territorio, favorendo l’avvio di un’opera a lungo attesa e ritenuta di cruciale importanza dalle imprese”, commenta Giuseppe Pasini, presidente di Aib.



Un recente sondaggio condotto dall’Ufficio Studi e Ricerche di Aib mostra infatti come l’86% degli imprenditori della Valle intervistati consideri l’autostrada un’opera di primaria importanza per la competitività del territorio e come tra questi il 58,3% la reputi addirittura “fondamentale”, un acceleratore di investimenti e occupazione, per lo sviluppo di un contesto nel quale sono attive 8mila imprese, con 32mila addetti e un fatturato pari a 6 miliardi di euro, il 7,5% del totale provinciale. Un’area dunque molto vitale, malgrado il deficit infrastrutturale,nella quale 70 tra le principali realtà industriali nel triennio 2018-2020 hanno programmato investimenti per circa 380 milioni di euro, di cui ben 239 (il 62,9%) destinati al rinnovamento e all’ampliamento di impianti e macchinari.

La centralità dell’opera è testimoniata anche dalle stime di Gruppo CLAS per cui la realizzazione completa dell’infrastruttura genererebbe, a lavori completati, un risparmio annuo di oltre 4,5 milioni di ore fra traffico passeggeri e merci, con un beneficio quantificabile in quasi 80 milioni di euro. In trenta anni, il valore attuale del risparmio monetizzato ammonterebbe quindi a circa 1,5 miliardi di euro. Per di più, i vantaggi ambientali, limitati alle minori emissioni nocive, sarebbero pari a 2,6 milioni di euro annui, vale a dire 48 milioni nell’arco di trenta anni, come inferiori esternalità negative prodotte, beneficio che ricadrebbe totalmente sulla popolazione residente in Valle.