Un appello alle forze di governo perché non diano corso al “contratto” laddove annuncia la cancellazione della tassa di soggiorno. Di più: una proposta (consapevolmente provocatoria) affinché i comuni gardesani aumentino lievemente la tassa destinando l’introito supplementare alla realizzazione del nuovo collettore e del nuovo depuratore della sponda bresciana.

Il presidente del consorzio Garda Lombardia, Franco Cerini, interviene così su un tema “caldo” del sistema turistico gardesano: si stima che solo sulla sponda bresciana la tassa di soggiorno porti nelle casse dei Comuni 5 milioni di euro all’anno. E, a proposito della qualità delle acque, è ancora vivo l’allarme per i recenti sversamenti a lago dei depuratori di Limone e di Arco.

“Nel contratto di governo – spiega Franco Cerini – c’è scritto che la tassa di soggiorno sarà abolita. A mio avviso è un errore: la si paga in tutta Europa, fra l’altro non la pagano gli albergatori ma i turisti. Se viene utilizzata come tassa di scopo, per migliorare i servizi di accoglienza e la qualità delle nostre località turistiche, la tassa di soggiorno fa bene al comparto”.

Non è una tassa giornaliera variabile da 0,50 centesimi a 3 euro (a seconda del tipo di struttura ricettiva) che può scoraggiare il turismo gardesano.

Ceretti anzi rilancia: “Il principale patrimonio del Garda è la sua acqua. Io sarei favorevole a un aumento simbolico della tassa, diciamo 20 o 30 centesimi al giorno, se questo gettito andrà a coprire anche in minima parte la realizzazione del nuovo collettore e del nuovo depuratore della sponda bresciana”.