Le "mamme del Chiese" rispondono all’on. Gelmini e alla disponibilità dimostrata dalla parlamentare bresciana in merito alla vicenda del maxidepuratore del Garda che dovrebbe essere realizzato a Gavardo. Ecco il testo della lettera.
Gen.ma On. Maria Stella Gelmini,
La ringraziamo per la Sua tempestiva risposta alla nostra lettera aperta del 24 giugno che abbiamo letto tramite i mezzi di informazione.
Abbiamo apprezzato la Sua volontà di confronto e l’apertura al dialogo emerse chiaramente nelle ultime righe della Sua lettera, apertura al dialogo e al confronto che è mancata troppo spesso in tutta la questione relativa alla depurazione dei reflui fognari dei comuni del lago di Garda, anche da parte di chi occupa cariche istituzionali e avrebbe dovuto instaurare ben altri rapporti con i territori.
Ci dispiace sottolineare che non possiamo però trarre altri aspetti positivi dalla Sua lettera che riporta posizioni e affermazioni che nel corso di questi mesi se non smentite, sono state di molto ridimensionate.
Alla luce di quanto emerso in numerose assemblee con tecnici esperti del settore appare del tutto contestabile la Sua affermazione che questa del fiume Chiese come recettore e di Gavardo e Montichiari quali sedi degli impianti, sia la scelta migliore dal punto di vista gestionale (basti pensare al costo giornaliero di energia per pompare i liquami in salita – costi che andranno a ricadere sulle bollette di tutti i bresciani – e ambientale (visto quello che i tecnici dicono sullo stato di salute del fiume Chiese).
Non concordiamo nemmeno sulla tesi che la soluzione prospettata sia quella più idonea a ridurre i tempi di realizzazione. Noi siamo convinte che solo realizzando gli impianti nel naturale e pertinente bacino del Garda i tempi di realizzazione si accorcerebbero. Predisporre cantieri per pompare reflui che devono superare dislivelli anche di oltre 150 m. sventrando territori per circa 10 km, siamo certe non sia la soluzione più appropriata per risparmiare tempo.
E’ indubbio che ci siano stati errori di valutazione fatti a monte sul sito di Visano, costati anni di attesa, ai quali si aggiungono i mesi persi in rimpalli di responsabiltà e “fraintendimenti” fra i vari Organi Istituzionali. Se il tempo stringe non è colpa nostra, qualcuno ha scelto Muscoline e tre mesi dopo ha scelto Gavardo. Ora per rimediare agli errori del passato non vogliamo se ne faccia un altro molto più grande e duraturo (la vita di un depuratore è superiore ai 50 anni), le cui conseguenze andrebbero a ricadere sulle le nostre comunità.
Concordiamo con Lei che la condotta sub lacuale dovrà essere eliminata dal lago, ma le opere di manutenzione recentemente eseguite, lo dicono i tecnici, garantiscono una tenuta compatibile con la realizzazione del nuovo collettore. C’è tutto il tempo, quindi, per operare bene evitando di sprecare denaro pubblico; crediamo che il detto “presto e bene non vanno insieme” non Le sia sconosciuto.
Lei afferma che “le preoccupazioni e l’attenzione che (le autrici delle lettera -nds) riservano alla salubrità dell’ambiente e al futuro dei nostri figli, sono anche mie” e noi vorremmo sinceramente credere che questa affermazione sottintenda anche un Suo coinvolgimento nei confronti del nostro territorio.
Eppure facciamo fatica a inquadrare la posizione presa dalla Comunità del Garda da Lei presieduta sull’appoggio alla scelta del fiume Chiese come recettore, in quest’ottica di attenzione al territorio valsabbino. Scelta fatta a monte, ci piacerebbe sapere da chi, ben prima che l’epidemia di legionella estendesse la sua funesta ombra sulla bassa bresciana.
Lei afferma che “Le acque del Garda costituiscono un patrimonio ambientale di incommensurabile valore per l’Italia e l’Europa, oltre che un volano rilevantissimo per l’economia delle nostre aree.
Nessuna di noi vuole contestare il valore rappresentato oggi dal Garda e dal suo bacino, un valore universalmente riconosciuto e che potrà rimanere tale nel tempo solo a condizione che si risolvano i reali problemi che lo affliggono e che Lei sicuramente ben conosce.
Per questo auspichiamo l’impegno da parte degli Enti preposti a trovare al più presto un serio e risolutivo progetto per la depurazione del bacino del Garda che però non può e non deve coinvolgere il bacino del Chiese.
Lei sostiene che “la soluzione tecnica prospettata è il risultato di uno studio scientifico dell’Università di Brescia, fatto proprio dall’Ufficio d’Ambito di Brescia (Aato)”
Su questo punto la invitiamo gentilmente a non usare questa scusa con noi.
E’ ormai ampiamente risaputo che l’Università di Brescia si è limitata a cercare la “soluzione migliore” fra le 6 ipotesi proposte da Acque Bresciane, ipotesi che escludono “a priori” la realizzazione del depuratore in uno dei comuni del lago e non considerano altro recettore al di fuori del fiume Chiese e, solo pro forma, il fiume Mincio
A quanto sappiamo AATO ha solo “preso atto” che il progetto non prevedeva più Visano ma indicava in modo generico altre localizzazioni sul fiume Chiese.
A fronte di quanto sopra riteniamo ci sia materia su cui ragionare in maniera pacata ma propositiva.
Siamo pertanto contente della Sua disponibilità a riceverci vis a vis tra mamme libere dai formalismi e dalle posizioni che una lettera “aperta”, suo malgrado, obbliga a tenere e attendiamo ci vengano comunicati data e luogo dell’incontro.
Rimaniamo in attesa e, ringraziandola, porgiamo distinti saluti.