Riceviamo e pubblichiamo questa lettera dell'Anpi in relazione a Prevalle e all'utilizzo del parco concesso dal Comune a gruppi di estrema destra.
Ai mezzi di informazione
Prendendo atto del fatto che a Prevalle ripetutamente gli amministratori hanno concesso il brolo del Comune - adiacente alla sede municipale - ad associazioni e gruppi quali Brescia Identitaria e CasaPound di estrema destra; considerando pure che alle osservazioni già mosse dall’Anpi locale l’amministrazione ha replicato affermando di avere rispettato il regolamento vigente sull’uso di quello spazio, non valutando l’opportunità di ospitare chi della Costituzione e della democrazia farebbe volentieri a meno, inviamo ai mezzi di informazione questa lettera aperta.
La offriamo alla riflessione di tutti e ci auguriamo che costituisca un primo passo per riportare la consapevolezza del corretto limite della libertà di espressione e associazione previsto dalle leggi italiane.
Per l’ANPI Bassa Vallesabbia Paola Ballerini
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Lettera aperta - Presenza neofasciste – Comuni territorio compreso tra Gargnano, Vobarno, Prevalle, Bedizzole, Lonato, Pozzolengo e Sirmione.
Le sottoscritte sezioni ANPI stigmatizzano il perdurare di comportamenti omissivi, e di compiacente sottovalutazione, da parte di istituzioni pubbliche nei confronti di soggetti neofascisti che operano sul proprio territorio con politiche che nei fatti si pongono in contrasto con i principi e i valori della nostra Costituzione che dovrebbero invece promuovere e difendere.
Spazi pubblici vengono concessi a soggetti che per simbologie e parole d’ordine richiamano apertamente posizioni che vanno definite come fasciste, razziste e antidemocratiche.
Spesso lo si fa senza neppure prendere le distanze dagli organizzatori e dai loro contenuti.
Anzi, riconducendoli nella sfera della “normalità”, nell’ambito di una generica libertà di espressione, indirettamente le legittimano.
Le libertà esistono (e non grazie a queste culture) ma nei limiti dei valori descritti nella nostra Costituzione, sulla quale i sindaci giurano al momento dell’insediamento.
I fatti giudiziari, di cronaca e le evidenze delle attività di questi soggetti mostrano in modo inequivocabile che essi si pongono fuori da questi limiti. Oggi parliamo di violenza verbale e di aggressioni, di qualche braccio teso o di incitazioni al Duce, il riproporre simboli nazisti e posizioni negazioniste. Basterebbe tutto questo per condannarli, ma forse si dimentica che in passato questi fronti politici hanno portato alle bombe di piazza, ad essere braccio armato di progetti di destabilizzazione.
Come sezioni ANPI dobbiamo alzare la voce. Ce lo impongono le nostre finalità sociali e chi ci ha chiesto di tenerle vive nel tramando della memoria e dei valori resistenziali.
Queste cadute istituzionali, che si cerca di nascondere dietro una grigia visione burocratica dei temi, ci portano a proporre a tutte le amministrazioni del territorio alcuni impegni minimi, come inizio di un percorso di maggior responsabilità:
- adottare dei semplici regolamenti che impongano a chi vuole utilizzare spazi pubblici il dichiarare che le proprie finalità sono rispettose dei valori costituzionali (come fatto da Brescia) e negare gli stessi in caso di palese inadempienza;
- prendere pubblicamente posizione per arginare queste culture devianti;
- assumere l’atto simbolico, molto semplice, della rimozione della cittadinanza onoraria che il regime aveva imposto ai vari comuni a favore di Mussolini. Questo a partire da Salò, realtà di riferimento simbolico del neofascismo, il cui sindaco aveva dichiarato che il tema poteva essere affrontato dopo le elezioni, cosa non ancora avvenuta, ed estendendo questa richiesta a tutti i comuni del territorio ove la cittadinanza onoraria è agli atti, in modo da inviare un segnale chiaro soprattutto alle giovani generazioni;
- non usare le istituzioni per mascherare giochi politici sulla pelle della democrazia e dei valori di civiltà.
Sono atti semplici, che non costano nulla, ma il fatto che non lo si voglia fare o si sminuisca la loro importanza è di per se significativo e spesso chiarificatore di cattiva fede: dietro le pretese equidistanze purtroppo si cela solo accondiscendenza e opportunismo politico. Invitiamo tutte le forze politiche e culturali locali ad unirsi a noi in queste richieste, operando all’interno delle istituzioni stesse.
aderiscono i presidenti delle seguenti sezioni Anpi: Gargnano (Leila Bonacossa), Medio Garda: Salò, Roè Volciano, Gardone Riviera, San Felice, Puegnago, Manerba, Polpenazze, Soiano - (Antonio Bontempi), Vobarno (Adriano Gobbi), Bassa Valsabbia (Marco Lauro), Bedizzole (Raffaella Misserini), Lonato (Carlo Susara), Desenzano (Dante Di Carlo), Padenghe (Gian Luigi Baronio), Pozzolengo (Franco Signorini) - Sirmione (Agostino Domenegoni)
Coordinatori appello: Antonio Bontempi – Anpi Medio Garda; Paola Ballerini – Anpi Bassa Vallesabbia