Riceviamo e pubblichiamo.
Il collettamento e la depurazione della sponda bresciana del lago di Garda continuano ad essere al centro dell’attenzione mediatica e i circoli di Legambiente della provincia condividono le sollecitazioni che giungono da più parti perché si arrivi ad una soluzione giusta ed efficace.
L’ultimo importante messaggio in questo senso viene dall’imponente manifestazione del 12 gennaio scorso che ha visto la partecipazione di moltissime associazioni ambientaliste (circoli di Legambiente compresi), degli amministratori di 13 Comuni dell’asta del Chiese e di circa 2000 persone che insieme, in maniera unitaria, hanno ribadito ancora una volta la loro contrarietà all’attuale progetto dei due depuratori a Gavardo e a Montichiari, ponendo alla base delle loro richieste alcune motivazioni che dovranno guidare ogni scelta che verrà presa in merito a questo tema:
➢ È indubbio che il lago di Garda per tutte le sue prerogative, in particolare per l’importanza che riveste in quanto riserva di acqua dolce e meta turistica internazionale, e per il valore paesaggistico, storico, culturale ed economico dei suoi ambienti, deve essere custodito, difeso, tutelato con il massimo rigore e la massima coerenza.
➢ È altrettanto vero che il bacino del fiume Chiese, i suoi abitanti, i suoi amministratori meritano il massimo rispetto e la massima considerazione per le istanze che pongono all’attenzione delle istituzioni e dei media a difesa del loro fiume le cui ben documentate fragilità legittimano il diniego alla realizzazione del progetto lungo l’asta del fiume.
Ciò sta a significare che il progetto di fattibilità tecnico-economica elaborato da Acque Bresciane non persegue la finalità di tutelare le acque del lago secondo criteri di efficienza, sostenibilità ed economicità.
Di fronte alla confusione spesso emersa in questi mesi (al punto che in alcune occasioni si è anche sentito dire che il depuratore servisse per pulire l’acqua del lago invece che trattare i reflui dei paesi presenti sulla sponda bresciana), sottolineiamo la necessità di agire con urgenza per proporre una diversa soluzione: il progetto attuale deve essere superato per potersi immediatamente concentrare su un nuovo progetto che non scarichi nel Chiese e che sia nello stesso tempo in grado di rispondere definitivamente alle contraddittorie informazioni fornite sullo stato della condotta sublacuale e di risolvere al più presto i problemi più urgenti che minacciano l’acqua del lago, a partire dagli scarichi abusivi e dalla situazione spesso critica degli scolmatori.
A fronte di quanto sopra i circoli di Legambiente della provincia di Brescia chiedono con forza un ravvedimento da parte degli Enti preposti che porti ad una nuova proposta rispettosa del lago di Garda, del fiume Chiese e di tutti coloro che dimostrano con il loro impegno di avere cura del proprio territorio.
Il coordinamento provinciale
dei circoli di Legambiente Brescia