Il vescovo Pierantonio Tremolada ha messo a disposizione 44 stanze del Centro Pastorale Paolo VI per agevolare le dimissioni dagli ospedali bresciani di quei cittadini, clinicamente guariti da Coronavirus, che per fattori extra-clinici non possono tornare subito al loro domicilio. Lo scrive il sito della Voce del popolo online.

"Grazie alla disponibilità concessa dal Vescovo Pierantonio Tremolada, il Centro Pastorale Paolo VI ha messo a disposizione 44 stanze per agevolare le dimissioni dagli ospedali di quei cittadini clinicamente guariti da Coronavirus che, per fattori extra-clinici, non possono tornare al loro domicilio". Così riporta il comunicato diffuso nellle scorse ore da Fondazione Poliambulanza.

È previsto infatti che i pazienti clinicamente guariti, cioè senza più sintomi, vengano dimessi in isolamento domiciliare per 14 giorni con assistenza fornita dal medico curante e in collaborazione con Ats e Adi (Assistenza Domiciliare Integrata); per essere certificati guariti devono essere sottoposti ad una valutazione clinica ed al tampone naso-faringeo a 14 giorni dalla dimissione. Non sempre però tutti i pazienti possono rientrare alla propria casa. Di qui l'importanza del servizio offerto dalla Diocesi di Brescia che consentirà a breve di liberare letti preziosi per accogliere il crescente flusso di persone da ricoverare con sintomi COVID-19. La soluzione offerta dalla struttura alberghiera del Paolo VI, proposta alle strutture cittadine di Poliambulanza e degli Spedali Civili, rappresenta un supporto importante al sistema ospedaliero.

Da parte della Diocesi di Brescia si sottolinea che proprio in queste ore si stanno definendo i termini concreti della collaborazione, che non prevederà in ogni caso l'impiego del personale, in quanto non abilitato, del Centro Pastorale. Al fine di garantire la sicurezza delle persone e l'adeguatezza degli ambienti e dei servizi che la struttura di accoglienza diocesana metterà a disposizione per alleggerire la pressione sui presidi ospedalieri impegnati nell'emergenza, bisognerà quindi giungere necessariamente a un piano operativo che verrà predisposto dagli organi competenti. Il Paolo VI potrà, quindi iniziare ad accogliere queste persone ormai clinicamente guarite, ma ancora bisognose di attenzione e cura.