Si celebra il 25 marzo la festa dell'Annunciazione a Maria di Nazareth (Lc 1,26-37), l'annuncio a Maria appunto dell'evento in cui “il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti”, come recita il Messale Romano. Il Signore mediante il suo Angelo delinea la potenza della propria azione che si compirà per mezzo dello Spirito Santo che è Spirito creatore e datore di vita.
Chiede il Signore, non impone e Maria si proclama sua "serva" e dichiara completa disponibilità: "Avvenga per me secondo la tua parola". Maria arriva a tanto perché permette al Signore di incontrarla e perché ascoltandolo entra in intimo dialogo con Lui, l'ascolto e la pratica della Parola, fanno sì che ogni suo incontro non rimanga infruttuoso. Si comprende su quali basi teologiche, con quali aspettative e con quanta devozione nei primi anni del 1700 a Nuvolera si volle dedicare alla Beata Vergine Annunciata il tempio – oggi parte del complesso gentilizio del Castello - eretto in località Camprelle. Di notevole valore è la pala d’altare opera di Ferdinando Cairo, allievo del Tiziano, che rappresenta l’Annunciazione della Vergine da parte dell’Arcangelo Gabriele. La cappella venne benedetta dal Vescovo di Brescia il Cardinale Giovanni Badoer con una sfarzosa cerimonia presenziata dai conti Achille e Giovanni Avogadro. Con l’esempio di Maria che dice il suo sì anche i cristiani possono trovare il coraggio per affrontare le tribolazioni più grandi e spaventose e fu così che la devozione divenne particolarmente accorata nel 1747 quando un’epidemia di peste bovina mise a dura prova l’economia locale basata essenzialmente sull’agricoltura e il secolo successivo nel 1855 gli abitanti della contrada ricorsero alla Vergine con un voto per scongiurare l’epidemia di colera. Nel 1900 vi furono da affrontare ben due guerre mondiali e i voti alla Vergine Annunciata di Camprelle furono molti. Sembrava che il nuovo secolo, anzi il nuovo millennio avesse decretato una nuova era di benessere e di onnipotenza umana e invece sulla soglia di questa nuova era siamo avvisati che non tutto è risolto. Nessuno di noi avrebbe pensato che la preghiera recitata nel medioevo «a peste, fame et bello libera nos, Domine», ovvero ”liberaci, Signore, dalla pestilenza, dalla guerra e dalla fame” potesse avere ancora un significato oggi, eppure mentre contiamo in meno di un mese oltre 800 morti e migliaia di contagiati solo nella nostra contrada bresciana anche una riflessione profonda si impone per ciascuno e per tutti.
Si rinnova dunque a Nuvolera il desiderio di affidare una supplica alla Beata Vergine Annunciata. Mons. Francesco Beschi, sacerdote bresciano, oggi Vescovo di Bergamo ci invita a ricorrere a Maria: «Non siamo abituati a supplicare qualcuno, ci sembra che la supplica faccia venir meno la dignità̀, ma nella sofferenza la supplica nasce dal cuore, è appunto accorata. Siamo piccoli, fragili, umili, viviamo un grande dolore, ma ci mettiamo tutto il nostro cuore. La supplica è sempre rivolta a Dio con l’intercessione della madre di Gesù. Sono andato a rileggermi la supplica di san Bernardo nell’ultima cantica del Paradiso, in cui prega Maria affinché́ Dante possa vedere il volto di Dio. Là è la supplica della bellezza, qui nasce dal dolore». E il Santo Padre Papa Francesco ha emesso un comunicato per invitare il 27 marzo "in questo tempo di emergenza per l’umanità, i cattolici di tutto il mondo a unirsi spiritualmente in preghiera con lui". La preghiera del Santo Padre potrà essere seguita in diretta tramite i media e si concluderà con la Benedizione eucaristica che sarà impartita “Urbi et orbi” attraverso i mezzi di comunicazione. A tutti coloro che si uniranno spiritualmente a questo momento di preghiera tramite i media sarà concessa l’indulgenza plenaria secondo le condizioni previste dal decreto della Penitenzieria Apostolica.