In Italia e Lombardia in 20 anni hanno portato gli ospedali pubblici allo stremo; hanno fatto piazza pulita della prevenzione; hanno caricato tutto e di più sui MMG (medici di medicina generale).
Pochi giorni fa il virologo Galli affermava che l’ospedale è la retrovia, il territorio la prima linea, se il territorio non combatte l’ospedale sarà travolto.
Che l’epidemia sarebbe arrivata lo si sapeva, le autorità sanitarie e politiche non si sono premurate neanche di comperare i DPI. (Dispositivi di Protezione Individuale)
Il piano pandemico della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) esiste dal 2002 pertanto le procedure per la preparazione alla pandemia erano già codificate, ma non sono state diffuse e applicate.
La Cina, primo paese colpito, ha reso noto le azioni che ha intrapreso per rallentare e fermare l’epidemia. Di fronte a una condizione sconosciuta era giusto seguire l’esempio.
-hanno rapidamente chiuso tutte le attività non essenziali, e organizzato il territorio per impedire i contatti non protetti
-i contatti stretti con positivi sono stati tutti individuati e messi in quarantena in luoghi appositamente destinati
-hanno messo in sicurezza i presidi sanitari e il personale applicando i protocolli rigidamente
-i pazienti sintomatici sono stati tutti ricoverati
-le risorse che si sono liberate dalla chiusura delle attività non necessarie e altre straordinarie si sono concentrate nello sforzo sanitario e di assistenza al territorio.
Invece in Lombardia e in Italia:
-Le attività non essenziali sono state chiuse con forte ritardo e con maglie troppo larghe.
-Il tampone per la diagnosi viene fatto solo ai pazienti che arrivano in ospedale con insufficienza respiratoria
-I contatti stretti non sono censiti in tempo utile e bene che vada i parenti di un ammalato chiamano il call center su indicazione del MMG per ricevere istruzioni sull’isolamento
-Le persone sintomatiche che rimangono a domicilio non avranno mai una diagnosi; il MMG li invita a chiamare il call center per ricevere le istruzioni sull’isolamento e tutti componenti della famiglia, uno alla volta, si ammalano i giovani sopravvivono, gli anziani muoiono.
-Non c’è stato fino a pochi giorni fa un protocollo terapeutico minimo; solo paracetamolo
-Quando gli ammalati a domicilio vanno in insufficienza respiratoria chiamano il 112 e forse arrivano in ospedale… gravissimi
Regione Lombardia, continua a sostenere la politica di potenziare le terapie intensive (necessario ) ma la totale mancanza di presidio del territorio, l’impreparazione e la mancanza di decisioni rapide e straordinarie, da conto del numero impressionante di morti.
Chiediamo urgentemente che:
1) Si chiudano effettivamente tutte le attività produttive e commerciali non essenziali, stringendo le maglie larghe attuali, anche considerato che la stragrande maggioranza delle imprese oggi non è assolutamente in grado di continuare le attività garantendo l’attuazione delle necessarie misure di prevenzione e di protezione dei lavoratori.
2) Le imprese che rimangono attive siano adeguatamente informate da ATS e Prefettura sulle dovute misure organizzative e procedurali, nonché sui DPI da mettere a disposizione dei lavoratori (v. anche il protocollo firmato dalle parti sociali il 14 marzo) e sia messo in atto un preciso piano di controllo da parte del Servizio PSAL di ATS, con protezione dei lavoratori che segnalano violazioni.
3) Si utilizzi il periodo di chiusura per sanificare i posti di lavoro e dotarli degli strumenti di sicurezza attraverso un protocollo chiaro e efficace per la ripresa della produzione, per evitare recrudescenze dell’epidemia.
4)Stanziamenti straordinari per un “reddito di quarantena” decente per tutti i lavoratori anche precari.
5)Che vengano concentrate le risorse del paese per permettere agli ospedali e agli operatori sanitari di lavorare in sicurezza applicando i protocolli dell’OMS.
6)Implementare immediatamente la rete sanitaria territoriale (anche con equipe mobili) per la gestione domiciliare dei casi COVID19 e dei contatti stretti, estendendo ad essi l’effettuazione del tampone. Attrezzare al più presto luoghi dedicati dove poi gestire la quarantena degli asintomatici e dei contatti stretti.
7)Creazione di ospedali di emergenza dove ricoverare tutti i sintomatici.
Primi firmatari :
Forum sociale Anticapitalista Bresciano
Cittadini Resistenti rete Restiamo Umani
Medicina Democratica
Il Sindacato è un’altra cosa-Riconquistiamo tutto Area CGIL Brescia
Villa Carcina Bene Comune
Sarezzo Bene Comune
Sinistra a Gussago
Partito della Rifondazione comunista
Sinistra Anticapitalista
Sinistra Italiana Brescia
Centro studi Maitan Berneri
Comitato Senza Confini
Associazione Solidarietà Attiva
Comitato Antimafia di Brescia “Peppino Impastato”
Rete Antifascista Bresciana
Arci Colori e Sapori
Equipaggio di Terra Brescia per Mediterranea Brescia
Associazione Italia Cuba Bassa Bresciana
Collettivo Linea Rossa Bassa Bresciana
Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro Storico
Arci Borgo San Giacomo
USB Brescia
Anpi Verola
Libertà e Giustizia Brescia
Anpi Borgo San Giacomo
Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia
Potere al Popolo Brescia
Circolo PRC Dall‘Angelo – Ghetti
Seguono centinaia di firme individuali
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