Nel 4° trimestre del 2021, i prestiti destinati alle imprese industriali bresciane ammontano a 11,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su dicembre 2020. Il tasso di variazione tendenziale rimane costante rispetto al trimestre precedente, ma in confronto alla prima metà dell’anno si assiste ad un ridimensionamento, seppure si tratti ancora di una crescita. Le motivazioni nella frenata degli impieghi andrebbero ricercate, in particolar modo, nella minore domanda da parte delle aziende, dopo le ingenti richieste di qualche trimestre fa.
A evidenziarlo è la tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene i principali indicatori economici della provincia di Brescia.
A dicembre 2021, le sofferenze nell’industria a Brescia, pari a 116 milioni di euro, riguardano l’1,0% del totale dei prestiti, contro il 4,1% nei servizi e il 7,3% nelle costruzioni. La velocità di formazione delle nuove sofferenze a Brescia, a dicembre 2021 (1,3%), si accentua rispetto alla rilevazione del periodo precedente: risulta più elevata della media lombarda (0,8%) e di quella italiana (0,9%). La dinamica complessiva trae beneficio dagli strumenti adottati dalle autorità per sostenere l’accesso al credito, oltre a riflettere il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività economica sulla qualità del credito.
“I dati del 2021 sono complessivamente positivi, ma le prospettive per il 2022 sono molto prudenti: riscontriamo infatti una forte preoccupazione in merito allo shock derivante dagli esasperati rialzi dei prezzi degli input energetici – commenta Paolo Streparava, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza, Fisco –. Vi è quindi un diffuso timore che gli NPL possano tornare a crescere a un ritmo sostenuto, sulla scia delle sempre più probabili difficoltà che riguarderanno interi segmenti produttivi colpiti dal «caro energia».”
Per quanto riguarda il numero degli sportelli rilevato in provincia di Brescia, il 2021 ha segnato un nuovo calo. Alla tendenza di lungo periodo, associata alla necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e alla dirompente diffusione delle tecnologie digitali, si aggiunge il recente processo di accorpamento di rilevanti realtà bancarie, che ha caratterizzato, in particolare, il territorio bresciano.
A fine 2021, in provincia si contano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Tali movimenti hanno determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal fenomeno FINTECH.