Venerdì 12 gennaio alle 20.30, presso il Teatro San Michele di Rivoltella, testimonianze e proiezione del docufilm “Trieste è bella di notte”, un evento pensato per conoscere e riflettere a proposito di rotta balcanica. Ingresso libero.
“La Rotta Balcanica: che cos’è?”, un invito a conoscere per capire e riflettere attraverso alcune testimonianze e il docufilm “Trieste è bella di notte”. L’evento è in programma questo venerdì 12 gennaio alle 20.30, presso il teatro dell’oratorio parrocchiale di Rivoltella in via B. Croce 31, ed è promosso da alcune associazioni locali: Centro Aiuto alla Vita, Riuso O.d.v., Il Cerchio, Circolo Laudato Si, ACLI Desenzano e con la partecipazione di Medici Senza Frontiere - Gruppo di Brescia.
Interverranno Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, da anni impegnati in prima linea, a Trieste, nell’accoglienza ai migranti della Rotta Balcanica, oltre ad essere fondatori dell’Associazione Linea d’Ombra, e Cristian Martinelli, rappresentante di Medici Senza Frontiere del gruppo di Brescia. Modera la giornalista Francesca Gardenato.
Scopo della serata, come sottolineano gli organizzatori, è «far conoscere maggiormente alcuni aspetti di una rotta migratoria meno mediatica, meno nota di quella mediterranea e pur battuta da esseri umani che da anni a migliaia la percorrono nel tentativo di sfuggire a guerre, povertà, crisi dovute a ingiustizie storiche, a forme di colonialismo mai morto e a governi sanguinari. Persone che affrontano un viaggio che probabilmente non avrebbero mai immaginato così drammatico, mentre cercano di raggiungere la mitica Unione Europea».
Seguirà la proiezione di “Trieste è bella di notte”, film-documentario diretto da Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre, uscito nelle sale cinematografiche a gennaio 2023: affronta la situazione dei respingimenti chiamati “riammissioni informali” a danno dei migranti che, dall'Asia centrale e dal Medio Oriente, percorrendo la Rotta Balcanica, arrivano alla frontiera tra Slovenia e Italia, ma vengono fermati a pochi chilometri da Trieste e rimandati indietro in Bosnia, senza poter fare richiesta d’asilo. Un’antologia di storie raccontate in prima persona e attraverso le immagini dei cellulari dei suoi protagonisti.