Ho una figlia di trent'anni. Umberto e Greta sono miei figli. Non riesco nemmeno a immaginare la disperazione delle loro famiglie. Umberto e Greta sono morti all'alba della loro vita, nel pieno della giovinezza. Sono morti su questo lago che tutti amiamo e che non può diventare un circuito da corsa. La giustizia farà il suo corso. Stabilirà di chi sono le responsabilità. Chi quella notte ha sbagliato, affrontato questo nostro straordinario lago con leggerezza e arroganza. La giustizia, ci crediamo fermamente, non consentirà a chi ha sbagliato di vivere tranquillamente la sua vita per il futuro. Come se niente fosse successo quella maledetta notte. La legge è legge, ma non può impedire, la legge, di farsi delle domande. E di manifestare tutta la nostra rabbia. La rabbia che tante persone attraverso i social stanno manifestando con grande forza in queste ore...

Come si può percorrere il lago a tutta velocità su un bolide che ti permette performance da gara e non accorgersi di quanto accaduto? Come si fa a navigare al timone di un'imbarcazione potente e non saperne padroneggiare le conseguenze? I due occupanti del motoscafo (di cui non conosciamo i nomi ma solo l’età, 52 anni) che ha travolto la piccola imbarcazione di Umberto e Greta sono tornati a casa loro, a Monaco di Baviera, denunciati a piede libero. Qui rimane la sofferenza di tante persone e la disperazione per due vite perdute. Qui rimane un lago che non può continuare ad essere in balia dell'irresponsabilità.

Anni fa avevo sollevato la questione delle imbarcazioni a motore sul lago di Garda. Ricordiamo che nella porzione trentina del Benaco i motoscafi sono vietati. Questa terribile tragedia deve farci riflettere. Motoscafi di grossa cilindrata con decine di cavalli nei motori possono diventare armi letali, oltre che insostenibili dal punto di vista ambientale. Lo abbiamo visto purtroppo. Abbiamo visto che cosa può succedere.  Se non possiamo abolire subito tutte le imbarcazioni a motore almeno ragioniamo su quelle più potenti. Via dal lago di Garda questi bolidi, facciamolo davvero.

Maria Paola Pasini