Il Comune di Brescia ha deciso di rinnovare anche per le prossime festività natalizie l’accesso gratuito ai musei civici della città, per tutti coloro che risiedono in provincia di Brescia (per i residenti della città è già previsto per tutta la durata del mandato amministrativo).
Il Comune di Brescia ha deciso di rinnovare anche per le prossime festività natalizie l’accesso gratuito ai musei civici della città, per tutti coloro che risiedono in provincia di Brescia (per i residenti della città è già previsto per tutta la durata del mandato amministrativo).
In questo modo si vuole incentivare la conoscenza dei beni culturali e artistici della città a partire proprio dai bresciani, che hanno già dimostrato di gradire particolarmente questa opportunità, accorrendo in migliaia quando è stata proposta lo scorso agosto. Sono stati 13.695 i visitatori provenienti dalla provincia di Brescia che hanno approfittato della gratuità estiva.
Il Museo di Santa Giulia, la Pinacoteca Tosio Martinengo, Brixia. Parco archeologico di Brescia romana (con la cella dedicata alla Vittoria Alata), il Museo delle Armi Luigi Marzoli e il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia saranno dunque accessibili senza costi per tutti i bresciani da domenica 1 dicembre 2024 e fino al 31 dicembre, dal martedì alla domenica, tutti i giorni (dalle 10 alle 19). Basterà presentarsi alle biglietterie delle sedi museali, ricordando che chiudono alle 18.15, con un documento che attesti la nascita o la residenza bresciana per vedersi riconosciuto l’ingresso omaggio.
Lo sforzo economico, sostenuto interamente dall’Amministrazione comunale, è il chiaro segnale della volontà di proseguire nel lavoro di valorizzazione del patrimonio museale della città, che si arricchisce ogni anno, anche dopo l’esperienza di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023. La gratuità per tutti i bresciani è stata fortemente voluta dalla sindaca Laura Castelletti, con l’auspicio che, dal prossimo anno e visto il successo dell’iniziativa, anche la Provincia voglia sostenere le spese di questa opportunità di welfare culturale, che il Comune non può continuare a sostenere da solo.