Pubblichiamo il tema vincitore dell'iniziativa dedicata alla sostenibilità ambientale all'istituto Battisti di Salò. Il tema-articolo è quello di Edoardo Marraffa di 4b rim. Complimenti vivissimi anche da parte di Radio 51!
Sostenibilità alimentare, questa sconosciuta…
La 4B RIM del Battisti di Salò riflette sul futuro del nostro pianeta
Ambiente, salute, alimentazione, sostenibilità: queste le parole chiave del progetto pluridisciplinare che ha coinvolto noi studenti della 4B RIM durante l’anno scolastico che si è appena concluso.
In questi ultimi tempi, in effetti, si sente spesso parlare di sostenibilità, soprattutto alimentare; ma cosa si intende con questo termine?
Partendo dalla definizione, la sostenibilità è la capacità di mantenere nel futuro i processi ecologici che avvengono all'interno di un ecosistema e della sua biodiversità.
Adattando il concetto all’ambito alimentare, per dieta sostenibile si intende un regime alimentare con le seguenti caratteristiche: a basso impatto ambientale, con scarse emissioni di carbonio e azoto, rispettoso dell’ecosistema circostante, economicamente accessibile e sano dal punto di vista nutrizionale.
Assemblare tutti questi tasselli per creare la “dieta perfetta” potrebbe sembrare impossibile, ma è bene sapere che non lo è, e, in qualità di cittadini del mondo, dovremmo prendere coscienza del problema e muovere un passo verso la soluzione.
La FAO stima che ogni anno, dalla produzione al consumo, vengono sprecate circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari alla quantità necessaria per sfamare 3,2 miliardi di persone.
La domanda sorge spontanea: chi paga per queste quantità di cibo gettate letteralmente nella spazzatura, che solo in Italia detengono un valore di 15,5 miliardi di euro annui?
Indirettamente ognuno di noi paga per questo dispendio di risorse, poiché il danno si riversa tutto sull’ambiente.
Per sostenere la dieta di ogni singola persona il pianeta terra esegue degli sforzi quantificabili non solo per ospitare il cibo che mangeremo (allevamenti), ma anche per accogliere il nutrimento del bestiame stesso, ovvero le colture foraggere.
Considerando che il numero di animali destinati al macello equivale a circa 24 miliardi e 300 milioni lo spazio di terra consumato è impressionante.
Il dato diventa ancor più allarmante se si pensa al futuro: secondo le stime del “World Population Prospects 2017”, nel 2050 noi esseri umani saremo 9,8 miliardi; di conseguenza il numero di animali necessari al nostro fabbisogno alimentare potrebbe salire a più di 30,5 miliardi, se si considera anche lo spreco spropositato annesso a tale incremento.
Ci si chiede quindi se il mondo, tra 32 anni, riuscirà a sostenere i bisogni alimentari di 9,8 miliardi persone. Ma soprattutto, riuscirà a sostenerne gli sprechi?
A tal proposito l’ONU ha stilato 17 obiettivi sullo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030; tra questi figurano la lotta ai gas serra prodotti dall’allevamento bovino, la conservazione dei mari con la depurazione dall’eccesso di plastica, l’inversione del trend della deforestazione in favore della tutela delle biodiversità e l’utilizzo di energie pulite.
Al fine di raggiungere questi traguardi devono impegnarsi i governi, le ONG, ma soprattutto le persone comuni. Soltanto con un cambiamento delle nostre abitudini quotidiane possiamo prendere di petto quella che è a tutti gli effetti un’emergenza; da azioni banali quali spegnere la luce quando si esce da una stanza o differenziare i rifiuti, a cambiamenti più radicali legati proprio all’alimentazione quali ridurre il consumo di carni bovine o prediligere prodotti locali, il pianeta terra chiede uno sforzo ad ognuno di noi.
Le tecnologie per un mondo sostenibile ci sono. Noi siamo pronti al compromesso?
EDOARDO MARRAFFA