Nuovo appuntamento settimanale con Ariel, la nostra collaboratrice senza volto (per ora).
Alcuni giorni fa camminavo lentamente per spostarmi da un luogo all’altro, approfittando di una meravigliosa giornata di sole e sperando che il calore dei raggi mi sciogliesse quello stato di ansia, di “cuore che improvvisamente galoppa”, che improvvisamente, di tanto in tanto mi ammanta e - d’un tratto - le note di una canzone mi ronzano nella testa.
“Tu, tu che sei diverso… almeno tu nell’universo”. Penso: “Che strano!”. Io, che quando ho la fortuna di godere dei silenzi del giorno e della notte adoro immergermi nei miei pensieri e nelle mie riflessioni senza alcun elemento di disturbo o interferenza, mi ritrovo a canticchiare le parole di una canzone ascoltata poco e tantissimi anni fa, in un momento in cui nessun collegamento razionale mi avvicina alla profonda emozionalità di Mia Martini, grande personaggio della musica, intorno alla cui figura tanto è stato detto e poco è stato fatto.
Mi accorgo che canticchiare quei versi mi ha messo di ottimo umore, mi ha trasmesso una inusuale serenità e leggerezza interiore, mi ha fatto accelerare il passo fino a arrivare - senza accorgermene - a destinazione.
Mi fermo, rifletto, ricordo l’entusiasmante lettura di uno dei libri che conservo con grande lucidità nella mia memoria: Niente per caso di Richard Bach e capisco la rinnovata energia e magia della vita.
Ariel