Leonardo Patrignani è stato ospite dell'Istituto Battisti di Salò. Alcuni studenti hanno realizzato con lui questa intervista. Inoltre va ricordato che sabto 28 novembre al Battisti si tiene l'Open day dalle 15 alle 19. Tutti sono invitati per conoscere meglio la scuola di Salò.

 

Fantascienza in auditorium. Nei giorni scorsi durante l’assemblea di Istituto, è stato nostro ospite Leonardo Patrignani, scrittore e musicista italiano, autore della nota trilogia Multiversum nonché doppiatore di importanti videogames come ‘Call of Duty’ e ‘Assassin’s Creed’. Al termine della sua conferenza è stato così gentile da concederci un’intervista, qui sotto riportata.

Come è iniziata la sua passione per la scrittura?
-La mia passione per la scrittura è iniziata a sei anni con dei piccoli mostriciattoli: gli “Exogini” simili ai Gormiti di oggi però negli anni Ottanta. C’erano vari personaggi così ho cominciato a scrivere storie su di loro.

Da dove trae ispirazione per le sue storie?
-Per le mie storie traggo ispirazione soprattutto dalla grande curiosità che ho verso l’Oltre, ogni volta che incrocio qualche articolo o contenuto che riguarda nuove scoperte o nuovi esperimenti che ci raccontano qualcosa in più sulla vita e sull’esistenza umana mi incuriosisco, così prendo spunto.

Come definirebbe il suo stile di scrittura?
-Il mio stile di scrittura in questi romanzi lo definirei abbastanza cinematografico e dinamico, punto molto sulla scena e tendo a non appesantire la scrittura. Cerco principalmente di prendere il meglio da quello che è la sceneggiatura cinematografica.

Chi sono gli autori a cui si è ispirato?
-Sì, c’è un autore che per me è Il Dio della scrittura, Stephen King e poi certamente anche altri autori. Io leggo prevalentemente thriller e fantascienza.

Quanto il suo percorso di studio ha influenzato la sua formazione e quali degli autori studiati a scuola hanno influito sulle sue scelte narrative?
-Ho frequentato il Classico, volevo seguire un percorso umanistico, mi piacevano le materie letterarie. Ho fatto un anno di psicologia, poi ho smesso in quanto avevo firmato un contratto discografico. Peccato, perché mi sono “perso” e adesso le materie psicologiche mi interessano tantissimo, al punto che me le studio da solo. Ai tempi invece, avevo i capelli lunghi e altri interessi…

Quali sono le affinità tra Heavy metal e scrittura?
-In passato avevo una band Metal, beh… C’è un’affinità colossale con la scrittura perché noi abbiamo inciso tre dischi ed io scrivevo anche i testi, la particolarità di questi dischi è che erano dei ‘concept album’, ovvero, ogni disco aveva una sua storia, per cui mi allenavo sulla struttura di un racconto.

Il rapporto tra scrittura e videogiochi?
-Per chi non lo sapesse io sono anche doppiatore di vari videogiochi. Sì, il rapporto con la scrittura c’è perché la struttura del videogioco, soprattutto recentemente, è molto cinematografica quindi mi aiuta.

“Utopia”, è un titolo preso da Tommaso Moro?
-No, ‘Utopia’ è il terzo e ultimo libro della Saga Multiversum uscito l’anno scorso. In realtà ho fatto una scelta abbastanza semplice, sono gli anni delle distopie, sono gli anni di Hunger games ecc… Quindi ho cercato di rappresentare un’utopia negativa dovuta al mondo troppo perfetto che con una parola si traduce in distopia.

Com’è il mondo dell’editoria italiana? All’estero come funziona?
-Il mondo dell’editoria italiana è in crisi perché i lettori sono sempre meno e gli ultimi dati statistici sono allarmanti. Si legge poco, quindi si vende meno. Io che ho la fortuna di poter fare paragoni con l’estero, vedo che ci sono paesi in cui si ‘viaggia’ meglio, per esempio la Francia se la passa meglio di noi, anche in base ai dati diffusi dalla fiera di Francoforte attualmente in corso. In Francia però, si lavora molto meglio sul libro, ci sono librerie indipendenti, c’è tutta una struttura, anche statale che favorisce la lettura. In Italia si tagliano i fondi, si chiudono i teatri, si chiudono le scuole di recitazione. Anche per me, il primo Paese come vendite è la Francia, secondo posto l’Argentina, Polonia e Turchia lavorano molto bene sui libri, anche se sono mercati più piccoli. Qui bisogna intervenire perché la situazione è critica.

Quali sono i generi che si vendono di più in Italia?
-In Italia come in tutti gli altri paesi ci sono i pesci giganteschi che vendono milioni di copie e si mangiano tutti gli altri. Beh… Non posso dire che il genere erotico venda più di altri però c’è un libro che in questi anni ha avuto un successo enorme: ‘Cinquanta sfumature di grigio’. In Italia vanno molto anche i romanzi realistici. In classifica solitamente si trova un thriller, spesso straniero, un noir italiano o un romanzo giovanile come: ’After’.

Consigli pratici per aspiranti scrittori?
-Il consiglio fondamentale è quello di trattare la scrittura come quello che è, ovvero una professione, quindi non ci si improvvisa. Non si scavalcano ruoli professionali più in alto del nostro, si cerca di proporre la propria ‘cosa’ in maniera il più professionale possibile. Ci sono un sacco di fiere in Italia, nelle quali si possono conoscere persone del settore e presentarsi. Se mandate una mail a qualcuno i toni devono essere quelli di una mail di lavoro, professionale. Quando scrivete, il consiglio, a parte quello di leggere tantissimo perché aiuta molto ed è fondamentale, è quello di andare alla ricerca del proprio mondo narrativo, quindi trovare quell’idea diversa da quelle precedentemente proposte.

Perché non c’è più quella correttezza morfosintattica di qualche decennio fa nella traduzione dei libri?
-Si parla di mala traduzione. Un tempo i libri erano tradotti da autori importanti. Purtroppo il problema di oggi è che nel mercato c’è una fretta terribile di finire i lavori e spesso queste traduzioni vengono affidate dall’editore ad agenzie esterne, con meno controlli.

Greta Scudellari
Enrico Gnutti