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Domenica 7 agosto lo scrittore e giornalista Pino Casamassima propone l'anteprima dell'orazione "Iliade - Storie di dei ed eroi" alle 20,30 presso la Leonesiarte di Puegnago diretta da Albano Morandi. L'orazione farà parte del calendario della prossima stagione teatrale del Mario Rigoni Stern di Vestone. Abbiamo posto alcune domande all'autore.

 

Dopo il caso Moro ora l’Iliade. Uno si aspetta le repliche de L’Agguato e invece si ritrova con la guerra di Troia.

Non confliggono. Le repliche de “L’Agguato” inizieranno verosimilmente da fine settembre. “Iliade – Frammenti di eroi e di dei”, ha invece la sua anteprima alla Leonesiarte di Puegnago domenica prossima, in coincidenza con la chiusura della mostra “La collezione di un principe eccentrico”.

Come mai questa location, anziché il tuo teatro? Lo possiamo chiamare così il Mario Rigoni Stern di Vestone dopo la tua investitura a direttore artistico, no?

Ovviamente, la prima di questo nuovo spettacolo sarà lì. Questa è una anteprima e ho voluto farla – gratuitamente, come tutte le anteprime che servono soprattutto agli autori – alla Leonesiarte dall’amico Albano Morandi, perché è uno spazio che gode di un pubblico attento sotto il profilo artistico e quindi capace di trasmettere quelle sensibilità che mi servono per eventuali aggiustamenti di tiro.

L’Agguato ha una sua coerenza con la tua - vasta - pubblicistica sul terrorismo. L’Iliade?

L’Iliade è il testo col quale mi farò seppellire, credo con la traduzione di Giovanni Cerri. (Ho terrore del fuoco, immagino anche da morto). L’ho scoperta quando avevo più o meno 10 anni. Mio cugino Mimmo – che ne ha tre più di me – mi parlò di questa storia. La stava studiando a scuola e ne era rimasto folgorato. Come me, poi. Passavamo i pomeriggi a parlarne. Non ho mai smesso di leggerla e di leggere tutto ciò che la riguardava. Ho diverse traduzioni, oltre a tanti libri su quel poema che non può non appartenerci, per parafrasare Croce e la Cristianità.

Perché una narrazione teatrale anziché una – più compiuta – con un libro?

Ci sarà anche quello. Ci sto lavorando. Ma una narrazione teatrale dell’Iliade è forse ancora più suggestiva. Non sono un attore, non ho studiato nulla della recitazione, nemmeno la respirazione, eppure, come per L’Agguato, credo anche qui di riuscire a coinvolgere chi mi ascolta perché io per primo ne sono coinvolto, in questo caso da un èpos che suggestiona da secoli e perché ne sono l’autore: nessuno potrebbe interpretarla meglio di me, che conosco il perché di ogni avverbio, ogni aggettivo.

Che tipo di narrazione fai dell’Iliade, che è molto complessa?

Un racconto in 24 frammenti – tanti quanti sono i canti dell’Iliade – piccoli e grandi, partendo da altrettanti personaggi. Al centro, la figura di Achille, che avrebbe potuto dare il nome al poema: Achilleide, ad esempio, come Odissea, Eneide. L’Iliade infatti non tratta affatto della guerra di Troia, ma dell’ira di Achille. Non c’è né il cavallo né l’incendio della città né la famosa infilzata del tallone di Achille. Inizia con la sua ira, finisce con la sua compassione per Ettore e la pietà per Priamo. Per Simone Weil, l’Iliade è il poema della forza, io invece credo sia il poema delle passioni. Ci sono tutte: si parte con l’ira e si prosegue con l’orgoglio, la vendetta, la gelosia, la fedeltà, la generosità, l’amicizia, fino alla pietà e la compassione nell’ultimo canto.

Pensi di fare altre narrazioni teatrali su questi temi?

Sì, dopo tanta trascuratezza da parte mia nei confronti di quei poemi omerici con cui sono cresciuto (basterebbe vedere le mie librerie…) è una sorta di risarcimento, se così possiamo dire. Allestirò “Le Troiane e le altre”. Si chiamerà così, perché le Troiane – da sole – fanno venire in mente Andromaca, Ecuba, Cassandra della tragedia di Euripide, mentre voglio parlare anche di Clitemnestra ed Elena. L’universo mondo delle donne, del resto, mi ha sempre interessato, come testimoniano alcuni miei libri come Bandite! e Donne di piombo. In questo caso torno a una narrazione multipla, con più persone in scena. Anzi, credo proprio che io ne sarò solo autore e regista.